«Io, la prima vittima di cupola e calciopoli»

«La prima vera vittima» di Calciopoli. Così si dipinge Vittorio Cecchi Gori, ex presidente della Fiorentina. Ne ha per tutti, l’ex patron viola. Soprattutto per quella che definisce «una bottega di banditi». Capo della «banda», secondo Cecchi Gori, non era però Luciano Moggi: «Era un esecutore, un cialtrone nell’ambito della compravendita dei giocatori che al massimo lavorava sui risultati delle partite - viene definito l’ex dg bianconero -. Chi gestiva gli intrallazzi erano i signori Giraudo e Galliani, che hanno manovrato con i diritti del calcio». Ne ha anche per l’ex presidente federale Franco Carraro, «l’uomo che ha saldato gli interessi tra Milano e Torino». È un fiume in piena, Cecchi Gori. L’amarezza per il fallimento della sua Fiorentina è ancora palpabile: «I tribunali cominciano a darmi ragione. Ci fecero pagare tutte le tasse mentre gli altri non pagavano - il suo ricordo -. Ora spero in un atto di clemenza per i viola».

Ne ha pure per Diego Della Valle, suo successore alla presidenza viola: «Non ha neppure pagato il titolo sportivo - commenta amaro Cecchi Gori -. Hanno fatto un accordo con Carraro e dalla C2 in due anni sono andati in Champions. Ma le scorciatoie dopo si pagano. Con l’onestà vinci sempre».

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