Milano - La scelta non è ancora stata fatta. I dubbi sul percorso da seguire per la creazione della nuova Alitalia non sono stati ancora sciolti. Nel governo si confrontano due posizioni. E non hanno ancora preso una decisione i ministri interessati: i titolari dell’Economia Giulio Tremonti, dei Trasporti Altero Matteoli e dello Sviluppo economico Claudio Scajola, oltre a Gianni Letta, in rappresentanza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ieri assente, ne hanno discusso per due ore a Palazzo Chigi.
Secondo una fonte ministeriale che ha chiesto di rimanere anonima, «le strade su cui si sta lavorando sono due. La prima prevede una modifica della Marzano, la legge sulle società in crisi, e l’affidamento di Alitalia ad un commissario, che dividerebbe le attività buone dalle cattive per poi cedere alla cordata italiana le prime e avviare al fallimento le seconde. La modifica da apportare alla Marzano dovrebbe ampliare il campo di applicazione della norma alle società senza crediti, come è il caso di Alitalia, che è tecnicamente fallita. In questa situazione appare un po’ difficile prevedere una procedura concorsuale.
L’altra ipotesi invece è che sia il cda di Alitalia a deliberare la divisione della società. In questo caso la bad company andrebbe a finire a Fintecna, società al 100% del Tesoro, che si assumerebbe l’onere della liquidazione. Gli attuali azionisti di Alitalia riceverebbero, in tutti e due i casi, azioni della nuova società, anche se non nel rapporto di 1 a 1: bisognerà stabilire un concambio.
Entrambe le soluzioni, secondo la fonte, «creeranno problemi con la Ue e non sono ancora arrivate allo stato definitivo di messa a punto. Non so se ci riusciranno per giovedì 28», cioè domani, il giorno in cui si riunirà il Consiglio dei ministri per affrontare il tema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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