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Ippica Destino incerto a cominciare dal 2011

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Ottima sintesi, che può rendere l’idea sulla telenovela relativamente alla modifica legislativa dall’originario decreto «salvaippica» (l.184), contenuto nell’iter della legge Finanziaria in questi giorni, tra non poche polemiche per l’utilizzo dello strumento della fiducia per l’approvazione.
Le modifiche, per quanto riguardano l’originario provvedimento (l.184), nei riguardi dell’ippica, in sostanza si possono sintetizzare in questi termini: vi è una conferma dell’importo a 150 milioni di euro per l’anno 2009 e per il 2010, importo, definito e quindi non più legato al movimento del prelievo fiscale sulle slots (0,7%). Permane l’aleatorietà, come nell’originaria previsione legislativa in quanto l’eventuale dopo il 2010, è vincolato al probabile maggiore movimento delle slots, riferito all’anno 2008. Sino a qui, mi pare di potere dire che molto non è cambiato, salvo la conferma degli importi per il 2009/10. Nel travaglio parlamentare, potrebbe sparire l’intervento una tantum di 25 milioni di euro a favore dell’Unire, a meno che, dal momento che il contributo era previsto per l’anno 2008, possa prevalere la formulazione originaria, essendo l’abrogazione della norma successiva. Quindi gli effetti dovrebbero essere salvi. Sarà una lotta comunque.
È certamente sparito il fondo derivante dall’assegnazione delle nuove tremila agenzie ippiche, che da un conto molto approssimativo poteva risultare di parecchi milioni di euro, fondo al quale sia il Coni che l’Unire avrebbero potuto attingere per le loro esigenze funzionali. E questa mi pare sia una perdita secca e certa. D’altra parte, vista la piega che sta prendendo l’ormai annosa questione dei «minimi garantiti» (appare sempre più chiaro che non verranno mai pagati), poteva essere un giusto risarcimento mettere a disposizione del settore ippico la quota o parte della stessa derivante dall’assegnazione delle nuove tremila agenzie ippiche.
Vi è poi un passaggio interessante che rimanda per gli anni successivi al 2010, previo accordo con i vari ministeri competenti per un ulteriore finanziamento che, se non vado errato, potrebbe di fatto portare l’Unire nella stessa situazione in cui si trova il Coni. Cioè: il finanziamento dell’Unire, dovrebbe essere sganciato dai risultati economici provenienti dal movimento delle scommesse ippiche e quindi a carico dell’Erario. Con un non trascurabile particolare: dal 2011, sarà battaglia all’ultimo euro ogni anno!
Da un’obiettiva analisi degli atti in fase di approvazione, mi pare si possa sostenere che da qualsiasi parte lo si voglia vedere, questo «aggiornamento» non è proprio migliorativo per l’ippica. Soprattutto per il rischio, non trascurabile, che possa ingenerare negli amministratori la certezza di un vitalizio, che non è, anche per motivi legati alle norme europee. Comunque oggi è vitale per la sopravvivenza dell'ippica. E speriamo rimanga in questi termini, almeno sino a quando il settore avrà potuto ritrovare un suo equilibrio al proprio interno e con le proprie forze.
gianfranco.

fabbri@gmail.it

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