Ippolito Ferrario. Il banchiere nero e i diavoli di Triora

A costringere a entrare in azione questo insolito giustiziere è, all'inizio, la scomparsa di un amico: il barman Osvaldo Russo che viene trovato morto nella frazione di Triora

Ippolito Ferrario. Il banchiere nero e i diavoli di Triora
00:00 00:00

Dove si ferma la giustizia e quanto ci si può spingere per ottenerla? È una delle questioni chiave della nuova inchiesta (la quinta) di cui è protagonista Raoul Sforza, personaggio seriale scomodo che è protagonista del noir di Ippolito Edmondo Ferrario Il banchiere nero e la bambina scomparsa (Fratelli Frilli Editori). A costringere a entrare in azione questo insolito giustiziere è, all'inizio, la scomparsa di un amico: il barman Osvaldo Russo che viene trovato morto nella frazione di Triora in una zona sperduta della valle Argentina a pochi chilometri da Sanremo. Il decesso viene accreditato come suicidio ma Sforza non ci crede e, poco alla volta, indaga all'interno di una comunità che nasconde terribili segreti. Quello che lo sconvolge più di tutti riguarda la morte della piccola Maria Teresa Rebaudo, rapita all'età di tredici anni dalla casa degli zii a Balucco, nel 1968 (un vero caso di cronaca che all'epoca sconvolse l'Italia). Segregata, seviziata, stuprata e uccisa è stata oggetto di attenzioni da molte persone della piccola comunità dove è stata nascosta. Ed è questa seconda morte terribile, avvenuta per soffocamento, a scatenare il desiderio di giustizia e di vendetta di Raoul Sforza che scoprirà che i due delitti hanno molti complici. Nel paese di Triora, dove nel passato le streghe vennero bruciate, perché accusate di malefici, il "Banchiere Nero" dà la caccia a colpevoli che non possono essere giustificati in nessun modo e che meritano la sua rabbia e il suo accanimento.

Ippolito Edmondo Ferrario è abile a descriverci i luoghi, le abitudini alimentari, i personaggi in un contesto che al noir mescola gli stili del gotico e dove Raoul Sforza, accecato dal suo intento vendicatore, rischia di fare la fine delle vittime alle quali vuol dare giustizia. Un pizzico di sovrannaturale dà alle vicende un tocco straniate che, come ricorda il giornalista Marco Vallarino che firma la postfazione al volume, rimanda alla scuola di Landolfi, Buzzati e Calvino mostrandoci come un luogo come Triora abbia molte caratteristiche mefistofeliche che l'avvicinano a luoghi immaginari come la Twin Peaks raccontata da David Lynch o la Alleghe su cui ha indagato Sergio Saviane.

Per i lettori scoprire che il delitto della piccola Maria Teresa non sia inventato ma è basato sulle circostanze di un fatto di cronaca reale ancora oggi irrisolto rende la storia ancora più

terribile e inquietante. E ha ragione William Shakespeare a sostenere nella Tempesta che "l'Inferno è vuoto. I diavoli sono già qui". È con loro che deve avere a che fare Raoul Sforza colpendoli come un angelo sterminatore.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica