Ironia La Russa battezza i Fini-boys: «Fillini come i missini»

«Ma voi come li chiamate? Io li chiamo “fillini”, ma sì, come i missini». Tempo di battesimi, tempo di ironia. Così ieri il ministro della Difesa Ignazio La Russa, durante una conferenza stampa a Montecitorio di presentazione della festa del Pdl a Milano, ha svelato pubblicamente come si rivolge agli «amici» ribelli di Futuro e libertà: «Per me sono i fillini...». Nel salone, un silenzio carico di domande.
Praticamente è un nomignolo che, a ben vedere, accostato a quello dal sapore old style dei «missini», forse vuole far intendere che dove ci sono loro, i seguaci di Fini, beh, tira aria di vecchiume, di tempi andati. E ancora: facce di una destra sorpassata messa in soffitta, a favore di una tendenza moderna e costruttiva, confluita nel Pdl, ma poi, insomma...roba da «fillini».
«Vi domanderete come mai alla festa non ci sono loro...», il ministro ha chiesto ai giornalisti e deputati nella Sala del Mappamondo.

Qualche istante di suspense, ed eccolo spiegare le ragioni del mancato invito agli ex compagni di viaggio, lasciati a casa anche per non creare occasioni di polemiche. Non sono stati chiamati «a loro vantaggio - ha spiegato La Russa -. Abbiamo ritenuto di non sottoporli a una serie di critiche che magari sarebbero potute arrivare da una parte del pubblico».

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