La scheda-lenzuolo per le comunali (per ora) si è già accorciata. La commissione elettorale circondariale che ha esaminato i pacchi di firme e documenti presentati tra venerdì e sabato scorso da candidati sindaci e liste collegate ha comunicato ieri una sforbiciata netta. Cinque aspiranti sindaci fuori dalla competizione: Massimiliano Loda che era appoggiato addirittura da sei liste, tutte ricusate, il leader del centro islamico di viale Jenner Abdel Hamid Shaari, Armando Siri sostenuto dal Partito Italia Nuova, Marzio Belloni dallUnione democratica consumatori e pensionati e Gabriele Leccisi per la Fiamma, figlio delluomo che nel 1946 trafugò la salma di Benito Mussolini dal Musocco. Undici in tutto le liste escluse, visto che sono state contestate irregolarità nella raccolta delle firme anche allUnione di centro di Pionati che appoggiava Letizia Moratti. A questo momento, i sindaci in corsa sono quindi scesi da quattordici a nove e le liste da trentanove a ventotto. Ma si avrà solo tra dieci giorni il responso definitivo, visto che gli esclusi possono appellarsi prima al Tar e poi al Consiglio di Stato.
Proverà a presentare integrazioni per salvare la sua lista multietnica «Milano Nuova» il musulmano Shaari, che tutto sommato la prende sportivamente, «vedremo, se avremo diritto bene o vuol dire che la nostra avventura finisce qui». É pronto a fare battaglia Max Loda, insegnante di fisica e matematica ex leghista che si è presentato alla corsa del 15 e 16 maggio con lappoggio di Autonomisti Goisis, Lega Milano, Lega Lombarda Veneta, Partito pensionati europei, Pensionati consumatori e No Ecopass. In passato è stato processato per raccolta di firme false, dichiara che per quelle presentate a Milano è tutto in regola e «ore combatteremo per la giustizia e i milanesi, la commissione ha contestato questioni di lana caprina.
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