Benvenuti nel bacino geologico più affascinante del mondo, dove il litorale per 120 km gioca con i minerali più disparati divertendosi a disegnare rocce arrotondate e bianche come la superficie lunare, pareti scoscese rosso-inferno a precipizio sul mare, ridossi rosati, spiagge di sabbia - nera, candida, bionda - o di ghiaietto, rupi nei colori di una scacchiera, declivi porporini, battigie giallo-zolfo. E, intorno, l'Egeo, cristallino, trasparente, blu. L'isola greca di Milos, di origine vulcanica, dista tre ore di volo dall'Italia, eppure sembra di aver fatto un viaggio al centro della Terra osservandola, tanto è forte la sua geocomplessità. La forma a «brioche» irregolare ruota attorno a un golfo su cui affaccia Adamas, villaggio nevralgico per servizi e dolce vita. L'isola è perfetta in autunno per il clima dolce, i ritmi pacati e il mare ancora tiepido.
Milos ha, come attività primaria, l'estrazione mineraria che crea impensabili connubi. A Paliorema, sulla costa est, la cava di zolfo abbandonata, con le carriole, i binari arrugginiti e le case dei minatori, fa da anfiteatro alla spiaggia omonima, giallo-sulfurea. Lunga, contornata di rocce rosse, ecco Paliochori, più a sud, dove da Artemis si pranza con aragoste e pesci al forno, insalate e feta: 25 euro. Si alloggia al Milos Resort di Kyriaki (www.psaravolada.gr), alto sul mare (da 70 euro, inclusa auto). L'architettura è quella dell'isola: case basse, in calce, con porta e finestre azzurre. All'interno Zefiria conserva una chiesa bizantina, scrigno esuberante di icone. E poi giù di nuovo a Tsigrado, spicchio sabbioso tra pareti lisce, raggiungibile con l'aiuto di una fune. Più facile, Firiplaka, rocce porpora e scogli affioranti.
L'interno di Milos è chiazzato di ulivi antropomorfi, cespugli e buganville; la terra è bassa e striata di colori azzardati. La parte più interessante per chi alterna vita di mare a spunti culturali è quella a nord, a partire da Adamas. La chiesa della Trinità, a tre navate, ospita il Museo ecclesiastico con icone e statue lignee. Intorno a Tripiti, le catacombe romane teatralmente illuminate e l'anfiteatro. Un cartello indica il ritrovamento, nell'800, della famosa Venere di Milos, ora al Louvre. Per mangiar bene si va da Glaronisia, agnello al forno e pasticcio di melanzane (18 euro) o da Methismeni Politia, un tripudio di piatti tipici sotto olivi centenari. Alcuni mulini a vento del '500 sono stati ristrutturati e si affittano a settimana. Vista mare, ecco Marketos, soggiorno, cucina, 2 camere e bagni, dehors: 100 euro (www.marketoswindmill.gr); da poggi vicini ne svettano di analoghi, ma con servizi all'esterno (www.athenatravel.gr, +30.22870.21627).
Plaka è la Portofino dell'isola. Dalla piazzetta della chiesa si assiste a tramonti strepitosi. Lungo i vicoli fioriti, shopping in boutique (Ammos, Totem, Giteftra) con vestiti, bigiotteria, accessori e oggettistica inusuali. La costa nord vanta il litorale più stupefacente, Sarakiniko, un lembo lunare precipitato sulla Terra, cuspidi arrotondate e archi, formazioni come creste di drago, piscine naturali. A sinistra, Mandrakia, un pugno di case di pescatori e una chiesa. A destra, Pollonia, tra due golfi. Il miglior pesce è da Apmenaki (+30.22870.41061), cozze al tegame e feta, seppie al rosmarino: 35 euro. Gli fa eco Gialos, sotto un loggiato. A pochi metri parte il traghetto per le tre isole satelliti di Milos, aree protette dove vivono la capra kri-kri e la foca monaca. Si può anche noleggiare Kirki, vela di 10 m (+30.6944.659914). Si dorme al Melian Hotel, chic, da 140 euro (www.melian.gr) o al Nefeli Sunset Studios, sul mare, da 45 euro (www.milos-nefelistudios.gr).
A Klima si affittano le variopinte case anni '20 dei pescatori: 50 euro (+30.22870.22371 o 21627). La costa ovest - pareti bianche e nere a Sykia, vermiglie a Kalogries, trivellate di grotte a Kleftico - si visita a bordo del caicco Thalassitra. Imbarco ad Adamas, dove non si può perdere la cucina di Spitiko, i bijoux di Maria Kaoustou e le gourmandise di Glykofilema. Dai tavolini del Café Giagkos, il golfo con le barche alla boa e le tamerici a lambire il blu. (www.
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