Roma - Non si arresta la crescita dei prezzi per Rc auto. Dopo il +4,5% del 2010, il valore della raccolta premi è salito del 6% nel primo trimestre. È quanto afferma il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini nella relazione annuale. Secondo l’autorità le compagnie hanno "scaricato sui prezzi l’onere dei maggiori costi". L’Autorità, rileva Giannini, ha operato numerosi interventi. Sono state avviate 14 istruttorie nei confronti di altrettante compagnie per sospetta elusione, attraverso l’applicazione di tariffe fino a 8.500 euro di premio annuo, dell’obbligo a contrarre previsto dalla legge a carico delle imprese. Tredici di queste istruttorie, ricorda il presidente Isvap, si sono concluse con l’avvio della procedura sanzionatoria. Sono state aperte indagini sul fenomeno delle disdette massime dei contratti Rc auto attuate da alcune compagnie prevalentemente per alcune categorie di assicurati e per vaste zone del paese, specie al Sud. Giannini sottolinea poi come la riforma prevista dai diversi provvedimenti contenuti nel ddl Antifrode "sia un primo passo nella giusta direzione" e ne auspica "una concreta attuazione".
Il bonus-malus Il sistema bonus-malus "non riesce più a funzionare" anche "per le distorsioni che subisce a causa delle regole interne che ciascuna compagnia adotta nella trasposizione della classe universale alle proprie classi di merito" sottolinea Giannini. Che ricorda come "sono in fase avanzata i lavori del tavolo tecnico costituito dall’Autorità con il mercato per la riforma del sistema bonus-malus". Le indagini svolte, si legge nella relazione, "hanno evidenziato la necessità di elaborare una nuova scala di coefficienti di merito, unica per tutto il mercato, che consentirà agli assicurati, cosa che oggi non accade, di conoscere in anticipo i risparmi di costo conseguenti a condotte di guida virtuose o viceversa le penalizzazioni in caso di sinistri, nell’ipotesi di invarianza delle tariffe". In questo modo l’assicurato che non ha incidenti potrà beneficiare concretamente del bonus. Il punto di riferimento della riforma, spiega l’Isvap, è il modello francese.
Le banche e i mutui L’Isvap torna a denunciare le commissioni "ancora abnormi" delle polizze che le banche fanno sottoscrivere al momento di un mutuo o un finanziamento. Nella relazione annuale dell’autorità il presidente Giannini rileva come da una recente indagine ci sia stata "solo una leggera flessione dell’aliquota media delle commissioni, dal 46 al 44 per cento con punte fino al 79% in un mercato largamente dominato dalle banche (la quota di mercato è quasi dell’80%). Se non si arriverà a una soluzione - spiega Giannini - si tratterà di una sconfitta per le famiglie". Il presidente dell’Isvap ricorda così come il Tar, su richiesta delle banche, aveva annullato la disposizione che vietava agli istituti di credito finanziatori di assumere il doppio ruolo di distributori e beneficiari della polizza per un vizio sulla procedura di consultazione. L’autorità, vista "l’abnormità delle commissioni percepite ha deciso di sottoporre la norma a una nuova e formale pubblica consultazione" mentre la nuova indagine avviata dall’Isvap ha evidenziato come il mercato di questo tipo di polizze è salito da 2 miliardi dell’indagine 2008 a 2,4 miliardi. L’autorità rileva come le commissioni medie applicate dalle banche possono arrivare a punte del 79% su polizze per prestiti personali. Dall’indagine emerge ad esempio che per una polizza collegata a un mutuo decennale di 300mila euro il caricamento d’acquisto può arrivare fino al 70% a fronte di un 7% per una polizza stipulata con una compagnia e non collegata a un mutuo.
"Resta di fondamentale importanza - spiega Giannini - disciplinate il fenomeno ed evitare che la posizione contrattuale assunta dall’ente finanziatore si traduca in oneri ingiustificati per il cliente" che si trova "obbligato" a stipulare in abbinamento polizze vita e danni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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