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Italia: in rovina le case dei grandi

All'estero le ex residenze dei miti della letteratura, della musica e della storia sono santuari della cultura e contano su finanziamenti pubblici e privati. E da noi? Molte sono abbandonate,a lcune sonomusei. Che molti snobbano. Ischia: occupata la villa di Luchino Visconti

Italia: in rovina le case dei grandi

A casa di Giacomo Leopardi, piazzuola Sabato del Villaggio, Recanati, se ti affacci alla finestra puoi vedere quello che vedeva lui, alzando gli occhi dal suo studio matto e disperatissimo, Silvia, la donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba, e in mano un mazzolin di rose e viole. Se invece sei ospite di Giacomo Puccini, Torre del Lago, vicino al bosco della Lecciona, nello studio accanto alla Cappella che ne custodisce la tomba c’è il pianoforte dove il Maestro compose la Turandot che non riuscìa finire perché il male se lo portò via, «bianca al pari della giada fredda come quella spada è la gelida Turandot». A Sotto il Monte, casa Roncalli, c’è il letto dov’è nato il Papa Buono, Giovanni XXIII, guarda un quadro della Madonna che sta giusto sopra il giaciglio, di fianco al cassettone scrivania; sull’Isola di Caprera, alla Casa Bianca, c’è invece il letto dove Giuseppe Garibaldi è morto, guarda verso la finestra, lontano lontano, dove si vede la Corsica. Le dimore dei giganti chehanno fatto grande l’Italia hanno spesso facce insospettabili. La casa di Giuseppe Verdi, Roncole di Busseto, è un'antica stazione di posta con annessa osteria, quella diLeonardo,Anchiano di Vinci, un casone rurale quattrocentesco con le pietre rosse a vista, quella di Cristoforo Colombo, Porta Soprana, appena al di fuori delle antiche mura di Genova, è una riproduzione quasi perfetta dell’originale che fu raso al suolo dai bombardamenti del Re Sole nel 1684. Sono tesori nascosti, sacri graal, hanno ispirato grandi opere, ospitato vite straordinarie, ma sono considerate spesso come un qualsiasi condominio di periferia. All’estero ledimore dei giganti contano su finanziamenti pubblicie privati, distribuiscono premi e borse di studio,lavorano a progetti,organizzano settimane di studio. Sono piccole capitali della Cultura e della Storia. Da noi le più fortunate diventano museo, molte non hanno un calendario di appuntamenti, quasi tutte siti poco aggiornati. Siamo andati a trovarne qualcuna, la prima è la villa di Luchino Visconti.

Ed è solo l’inizio del viaggio.

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