da Milano
A favore di Air One gioca un elemento «di bandiera» più che ogni altro fattore industriale: è una compagnia italiana. Mantenere il capitale in Italia significa prendere le decisioni nel nostro Paese, e non altrove: un fatto che, almeno in teoria, dovrebbe favorire il passeggero italiano in termini di servizio e di collegamenti. Se Alitalia finisse in mani straniere, il rischio di dover transitare da grandi aeroporti stranieri per recarsi in destinazioni lontane, è reale. Se Air France e Lufthansa dovessero acquistare Alitalia (è ancora possibile), questa sarebbe una strada a senso unico: la nostra compagnia non tornerebbe più italiana. Ma, al di là di questi fattori in parte sentimentali, una fusione tra Air One e Alitalia avrebbe alcuni elementi di forza, soprattutto sul mercato nazionale. La nuova compagnia aumenterebbe la sua forza competitiva (che sulla tratta Milano-Roma diventerebbe sostanzialmente un monopolio), ringiovanirebbe la flotta e avrebbe una maggiore profittabilità dalle rotte: questo elemento deriva dalla maggior quota di mercato e avrebbe, come contraltare, una tendenza al rialzo per i prezzi al pubblico. La flotta di medio raggio (Europa) verrebbe arricchita con linserimento degli Airbus e dei Bombardier di Air One, e in questo segmento di traffico, sul quale la compagnia non potrebbe determinare i prezzi, il costo dei biglietti per i consumatori resterebbe stabile. La nuova Alitalia-Air One, grazie a dimensioni maggiori, aumenterebbe anche il proprio peso in Sky Team, lalleanza di cui Alitalia è stata uno dei fondatori; calerebbe, peraltro, il peso di Star Alliance perché Air One, oggi partner commerciale di Lufthansa, dovrebbe chiudere il rapporto, incompatibile con Sky Team.
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