(...) gratuitamente per la città, sostenere che il progetto, per il momento ancora in fase preliminare, sia stato partorito senza un confronto con lutenza». Biasotti è amareggiato e non lo nasconde. Certo, lo hanno sorpreso e spiazzato le esternazioni di Marco Bisagno: «È un progetto che non considera affatto le esigenze commerciali ed economiche dello scalo - ha dichiarato al Giornale il presidente degli industriali genovesi -: è antitetico al vecchio Piano regolatore portuale (Prp) e tiene in considerazione solo la città e il suo waterfront. Inoltre, lAffresco è nato senza alcun confronto con lutenza: unanomalia, questa, che continua ancora oggi a un anno e mezzo dalla sua presentazione».
Fa male, allex presidente della Regione, constatare che proprio il mondo imprenditoriale da cui lui proviene, remi contro il progetto: «Ha ragione Pericu quando afferma che lAffresco è stato discusso con gli operatori. Prima Stefano Zara, ex presidente di Assindustria, poi Marco Bisagno sono stati nello studio di Piano. Inoltre, ricordo una riunione in Authority con tutti gli operatori, industriali e non, che hanno apportato alcune riflessioni subito considerate dallarchitetto. Infine, Piano ha illustrato la sua idea di waterfront alla città e lha tenuta in esposizione per cinque mesi». Biasotti rincara la dose: «Non è vero che il progetto impedirebbe i lavori del Prp, peraltro approvato nel lontano 2001. Se mai, qualcuno si dovrebbe interrogare sui motivi che hanno ostacolato, fino a oggi, lavvio dei lavori di opere strategiche per il porto. La verità è anche unaltra: alcuni conservatori, capitanati dal centrosinistra e dal nuovo presidente della Regione Claudio Burlando, sono preoccupati dallinnovazione. Sia chiaro: il progetto di Piano prevede un porto lineare e una visione dinsieme che ci permetterà di essere competitivi per i prossimi trentanni».
Non le sembra eccessivo etichettare come conservatori gli industriali genovesi?
«La loro mi sembra una posizione strumentale. Probabilmente devono tenere in considerazione le riserve del gruppo Riva, uno dei maggiori contribuenti dellassociazione. Probabilmente, un porto che comprenda anche le banchine di Cornigliano crea qualche fastidio. Così come il trasferimento delle riparazioni navali. Ma lAffresco è stato concepito tenendo in considerazione gli operatori, e stilato con il supporto di costruttori e ingegneri. Quindi è ipocrita chi sostiene che il progetto non sia tecnicamente praticabile».
Però la sua giunta e lassociazione industriali, come sostiene Bisagno, non sono mai riusciti ad «aprire un rapporto costruttivo».
«Ma non è vero. Ho lavorato poco con Bisagno ma tanto con Garrone e Zara. La prima conquista è stata recuperare i fondi europei destinati al mondo economico. Non solo. Abbiamo nominato solo manager e funzionari di Assindustria come responsabili della divisione industria dellente e delle più importanti società della Regione».
Forse le incomprensioni sono nate per la sua posizione «ostile» nei confronti del gruppo Riva?
«È così. Tra me e gli industriali ci sono visioni diverse sul futuro di Cornigliano, da sempre. Assindustria, naturalmente, difende la posizione di uno dei suoi più importanti associati. Si sa, in ballo cè un grande interesse economico. Ora, regalare per motivi politici, come sta accadendo, tutte le aree di Cornigliano al gruppo Riva è un grande errore. Soprattutto per una città che ha fame di spazi. È demoralizzante constatare come lattuale azione di governo di Burlando sia tesa a restaurare uno status quo che riporta Genova indietro di venti anni».
Ancora una volta tra lei e Pericu cè unità dintenti e lAffresco è condiviso anche dagli altri enti locali, inclusa lAuthority. Eppure secondo Burlando «lAffresco trova difficoltà perché è un progetto senza committente. Anzi con un committente sbagliato: Biasotti».
«Innanzitutto questo dimostra che non sono solo. Anche perché, parliamoci chiaro, farsi scappare un progetto ambizioso come quello di Piano è un peccato mortale che rimpiangeremo per i prossimi trentanni. Ricordiamoci sempre che il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha benedetto lAffresco. E anche il premier Berlusconi ha usato parole di grande apprezzamento. Detto questo, replico a Burlando che non sono io il committente! La verità è che le istituzioni si sono messe daccordo con Piano e abbiamo firmato un documento: il committente dobbiamo ancora sceglierlo. Ho solo detto che la Regione aveva a disposizione 3 milioni di euro per farlo decollare. Finanziamenti che lente avrebbe messo a disposizione di una società guidata dallAutorità portuale e costituita da tutti gli enti locali. Tutto qui. È chiaro che Burlando ha appoggiato Piano in campagna elettorale per un puro scopo politico, per poi fare marcia indietro e positicipare la discussione sul progetto a settembre. Burlando non vuole lAffresco, lo dica chiaramente».
A non volerlo sembra ci sia anche una lobby interna allAuthority.
«Credo proprio di sì. Troppi sono stati i rallentamenti. Non è casuale. È evidente la voglia dei soliti noti di riappropriarsi del porto. Novi per questo fa paura, perché pensa al futuro in modo innovativo. E lo bloccano. La vedo molto dura per lui. Del resto il presidente dellAuthority ha il carisma e la capacità per riemergere».
Però non si può negare che esista un problema di finanziamenti. Un aspetto sollevato non solo da Burlando, ma anche da altri importanti soggetti politici, istituzionali e imprenditoriali.
«Ma i soldi si trovano. Piano, oltre a essere un architetto di fama mondiale, è anche un grande commerciante. Detto questo puntualizzo che non esiste ancora un progetto preliminare. Quando ogni cosa sarà definita, allora potremo cercare i finanziamenti. Piano ha già dichiarato che lopera costerà meno del Terzo Valico: la cifra si dovrebbe aggirare sui 4 miliardi di euro. È chiaro poi che un progetto a sua firma avrebbe anche una risonanza a livello europeo e potrebbe essere inserita tra le grandi opere. È possibile che il Censis prenda il nuovo waterfront di Genova come modello nazionale mentre una parte della città lo ostacola? Assurdo. Perché si tratta di un investimento sul porto, una fonte di ricchezza per la città e, soprattutto, per lo Stato».
Sta di fatto che alcune criticità dellAffresco sono evidenti: riparazioni navali, aeroporto e Porto Petroli. Solo per citarne alcune.
«Ci sono molte forzature. A ogni critica Piano ha ribattuto o corretto il progetto. Guardi che larchitetto si è dimostrato flessibile e attento ai suggerimenti, rispondendo sempre con osservazioni tecniche. Mi ha sorpreso la sua pragmaticità».
E a chi le contesta di aver messo «una pietra tombale» sullespansione del porto di Voltri, lei che cosa risponde?
«È vero. È unespansione non praticabile: allungare la diga verso la spiaggia di Voltri e di Arenzano rovinerebbe il litorale. Questo progetto non passerà mai».
Che idea si è fatto del «contenzioso» tra Authority e Voltri Terminal Europe?
«Da operatore portuale conosco il mercato e posso dire che il Vte potrebbe fare molto di più. Non conosco i motivi di queste under performances. Certo è che trattative come quelle tra Authority e Vte si fanno in silenzio, non sui giornali. Nello stesso tempo non possiamo permetterci di perdere un terminalista importante come Psa, né di chiudere le porte a gruppi importanti come Contship Italia, Maersk e Cosco. Ci vuole equilibrio e pragmatismo per sfruttare al meglio le nostre aree. Sul sesto modulo preferisco non intervenire: non conosco gli aspetti giuridici del contenzioso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.