Jack, un pioniere nella Sala dei Globi

Un grande imprenditore con una sconfinata curiosità per nuovi mondi, un impareggiabile fiuto del business, una naturale vocazione internazionale dovuta, fin da bimbo, alle esperienze di vita e di studio, ma anche un forte senso di umanità verso collaboratori, istituzioni e concorrenti, nonché un severo rispetto delle regole della competizione. È Jack Clerici alla cui memoria Genova ha dedicato la sala dei Globi e degli Atlanti al Galata Museo del mare. Autorevole e diretto, mai cattivo e arrogante, arguto e intelligente, «fuori dal coro» per dote naturale e non per anticonformismo; con una storica coerenza nel modo di vedere e affrontare il rapporto con la città di Genova: da imprenditore. Mosca bianca, con pochi altri colleghi della stessa generazione, in una città che, in quegli anni, viveva e progettava pressoché unicamente di interventi pubblici. Jack Clerici, classe 1914, mancato otto anni fa, è ricordato così da quanti l’hanno conosciuto.

Erede giovanissimo, per la prematura scomparsa del papà fondatore con l'inglese Henry Coe, di una azienda attiva nel settore dei traffici marittimi, nell'importazione di carbone via mare e via terra, nelle agenzie marittime, nelle rappresentanze industriali e nell'industria, Clerici è stato uno degli inventori di un mestiere inedito: quello del counter trade. Così come l'introduttore del trasporto a Container in Italia e, ancora, del trasporto del carbone via mare nel primo dopoguerra dall'Unione Sovietica, cava-centrale.

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