All'apertura del primo atto di Turandot, di Giacomo Puccini, l'ingresso della Principessa è invocato da un coro di ragazzi. La melodia è tratta da una canzone popolare cinese, intitolata Mo li hua (fiori di gelsomino); Puccini ebbe modo di ascoltarla dal carillon di un amico, il barone Fassini. Questo tema compare più volte nell'opera ed è sempre associato allo «splendore» di Turandot: oltre a tradurre musicalmente la sua bellezza, la delicatezza del motivo lascia intravedere il lato nascosto del suo carattere, quello più dolce e più umano.
Un aspetto femminile che Raymond Weil celebra lanciando, nel 2011, la collezione Jasmine (gelsomino), ennesimo tassello di una filosofia creativa ispirata da sempre (la Maison è stata fondata nel 1976) dall'amore per la musica, quella capace di toccare le corde più recondite dell'emozione. Tale elemento è confermato dai nomi di alcune delle collezioni della Casa, come Parsifal, Maestro, Tango, Nabucco, oltre a Jasmine, naturalmente. Elie Bernheim, nipote del fondatore Raymond Weil e, oggi, direttore della Maison, ha avuto modo di sottolineare che «la collezione Jasmine è diventata in pochi anni un pilastro imprescindibile del nostro mix di prodotti».
Nel 2013 Jasmine è stata oggetto di un refresh su alcuni dettagli estetici come la finitura del quadrante argenté connotato, al centro dal tratto del fiore gelsomino, inciso guilloché. Accattivante la versione da 35 mm, in acciaio, con le anse che si spingono all'interno fino a interrompere il giro della lunetta incastonata con 29 diamanti, mentre la corona Pvd rose gold è completata da uno zaffiro cabochon laccato.
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