John, Lapo e Andrea la nuova frontiera col marchio di fabbrica

È la storia di 44 rampolli che nel bene e nel male rappresentano una buona fetta del capitalismo italiano. Filippo Astone, giornalista del Mondo, racconta la nostra «razza padrona». O meglio la nuova razza padrona: i figli di... Giovani manager, azionisti, confindustriali che portano un cognome pesante. Dagli Agnelli-Elkann ai Berlusconi, dai Merloni ai Pesenti. Il libro si chiama Gli Affari di famiglia (Longanesi). Astone attraverso la storia delle nuove generazioni racconta fatti e misfatti del capitalismo italiano. Fabio Tamburini nell’introduzione ci ricorda: «Nulla è più imperscrutabile della vita di una famiglia, dai mille risvolti e spesso dai mille segreti». Le storie e le cronache sono dense di dettagli. Più che il senso della singola storia, il libro dipinge un quadro di un capitalismo piuttosto bloccato. Le fortune si distruggono e alcune dinastie scompaiono. È vero. Ma per la gran parte il capitalismo italiano resta immobile e familiare.

In un periodo in cui il credo dell’infallibilità manageriale vacilla per la crisi economica, è utile leggere la cronaca di Astone. Qualcuno potrebbe infatti ricordarsi come i nostri sciagurati e strapagati manager rappresentino l’unica piccola movimentazione sociale e alternativa al nostro cristallizzato capitalismo.

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