Kamikaze, on line le istruzioni per la bomba

Un attentato dinamitardo riuscito solo in parte quello del 12 ottobre alla caserma Santa Barbara: il libico Mohamed Game doveva morire, diventando così il primo kamikaze europeo. Del resto come pretendere che tutto funzionasse alla perfezione se le indicazioni per costruire l’ordigno sono state scaricate nel settembre 2008 da un pdf (formula abbreviata per indicare i cosiddetti portable document formula) intitolato «Come costruire una bomba artigianalmente» e trovato dal gruppo su uno dei più noti siti di file condivisi, eMule, il cui logo è raffigurato da un piccolo mulo che ride?
Metodi da terroristi fai-da-te. E gli inquirenti sono tutti d’accordo: l’attentato alla caserma di piazzale Perrucchetti lancia una sfida completamente nuova ai metodi d’indagine finora utilizzati e che, anche nel passato più recente, quando si aveva a che fare con filiere di reclutamento ideologico e terroristi addestrati e indottrinati ideologicamente, hanno dato risultati notevoli.
«Stiamo lavorando sul materiale trovato sui computer e finora il gruppo Game-Kol-Israfel è l’unico che si possa dire coinvolto nella vicenda della caserma - spiegano gli investigatori -. Dai pc emergono i loro contatti. Legami di ogni tipo, ma nulla che per il momento faccia pensare che il sodalizio dei tre nordafricani possa allargarsi anche ad altri elementi. I tre costituiscono delle cellule sommerse e anonime? In un certo senso si può dire così. Tuttavia c’è ancora molto materiale da analizzare. E con ciò intendiamo anche gli accertamenti tecnici sulle sostanze rinvenute nel covo di via Gulli».
Prima della sua svolta ideologica, avvenuta all’incirca nell’agosto 2008 (e della quale ancora gli investigatori non conoscono le ragioni precise) quasi nessuno, infatti, nell’ambiente del fervore religioso musulmano milanese, conosceva Mohamed Game. Sia lui che i suoi complici possono considerarsi islamici integrati o semi-integrati, numeri, perfetti sconosciuti. Solo in seguito l’attentatore è diventato un assiduo frequentatore della moschea di viale Jenner. E ha cominciato a muoversi per la città usufruendo di tutte le possibilità che aveva per navigare, in primis biblioteche e reparti di tecnologia di megastore milanesi. Dove basta registrarsi con il proprio documento e pagare qualche euro per poter accedere a internet.


Gli inquirenti sono convinti che il mondo di questi terroristi fai da te a Milano sia molto più ampio (e quindi più pericoloso) di quanto non si creda. Per questo investigatori di origine araba o straniera, che riescano a oltrepassare senza difficoltà certi muri di omertà e timore, o addirittura a infiltrarsi, saranno sempre più ricercati.

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