Karzai caccia i «contractors» Già chiuse otto società

Kabul La vita una volta tranquilla delle compagnie di sicurezza private in Afghanistan è diventata di colpo dura ieri con l’annuncio ufficiale a Kabul, da parte della presidenza della Repubblica, dello scioglimento delle prime otto di esse, fra cui alcune di primo piano, come la statunitense Xe, il cui nome in precedenza era Blackwater.
Già due mesi fa il presidente Hamid Karzai aveva avvertito che l’attività, spesso ai margini della legge e fonte di corruzione, di queste società e dei loro contractors ostacolava il governo nei suoi programmi di costruzione di un solido meccanismo di sicurezza nazionale basato sulla polizia e sull’esercito afghani.
Oltre alle accuse non tanto velate di drenare importanti risorse finanziarie - il giro d’affari è valutato in molti miliardi di dollari - i membri delle compagnie di sicurezza in passato sono stati accusati di aver ucciso civili innocenti. E per queste ragioni Karzai aveva dato disposizione al ministro dell’Interno di mettere a punto un piano di smantellamento entro la fine dell’anno della cinquantina di società, afghane e straniere, che si occupano della vigilanza e della sicurezza delle migliaia di stranieri presenti nel paese.
Passando all’attuazione del piano, il ministro dell’Interno afghano Bismellah Muhammadi, ha annunciato che in sintonia con il Consiglio nazionale della sicurezza è partito, ed è quasi completato, lo scioglimento di otto di esse: Xe, Four Horsemen International, Compuss, Ncl Holdings, White Eagle Security Service, Abdul Khaliq Achkzai (operante nella provincia di Herat), ed altre due di cui non è stato precisato il nome.
Il ritiro delle armi di queste compagnie è avvenuto senza problemi.

In questa prima fase, è stato precisato, lo scioglimento non riguarderà le società che si occupano dell’addestramento delle forze di sicurezza nazionali e della protezione delle ambasciate, ma quelle che scortano i convogli di rifornimento della Nato.

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