Katie Melua: «Per il mio nuovo pop mi sono ispirata a Charlie Chaplin»

Stasera all’Alcatraz di Milano concerto dell’artista inglese che ha recitato per Tarantino nel film «Grindhouse»

da Milano

Katie Melua è una reginetta pop minuta e rotondetta, capace di vendere milioni di dischi e di non scadere mai nel gossip più stucchevole. È stata - a dire il vero - fidanzata del cantante dei Kooks, inglese come lei, che è un benefattore dei rotocalchi di Londra vista la quantità di pettegolezzi che lo circondano. Ma si è riuscita a distinguere e anche l’ultimo disco, Pictures, uscito in autunno, conferma la sua voglia di crescere e di non lasciarsi appiattire dalla banalità. Anzi: trovatela voi una cantante che, dopo essere stata l’artista femminile più venduta nel mondo del 2006 con il cd Piece by piece, dedica il suo nuovo album a Charlie Chaplin, Douglas Fairbanks, David Griffith e Mary Pickford ossia ai fondatori della United Pictures. Stasera sarà all’Alcatraz di Milano per uno show che lei stessa definisce «Immediato e diretto».
Katie Melua, il suo singolo si intitola addirittura Mary Pickford.
«Lei non è stata solo una grandissima diva americana, ma anche un simbolo di eleganza».
Si dice che mangiasse petali di rosa per apparire più bella.
«Un bel contrasto con chi oggi si massacra con la chirurgia estetica».
Il suo pop è invece molto semplice.
«A me piace essere così. E i miei concerti ne sono un esempio: li inizio da sola con la chitarra acustica, per far capire che non c’è nessun trucco».
Ma lei intende la musica come una colonna sonora delle emozioni?
«Di sicuro è così. Sin da quando vivevo a Belfast, dopo essermi trasferita là da Tiblisi in Georgia, ho sempre pensato alle mie canzoni come se fossero lo sfondo di un racconto d’amore o di vita».
Le piacciono i film d’amore?
«In realtà il mio preferito è Das kabinett des Dr. Caligari».
Ma è un film degli anni Venti.
«Un vero caposcuola. Tutti i registi lo hanno visto almeno una volta».


Assolutamente lontano da Grindhouse di Quentin Tarantino.
«Mi hanno chiamato per una piccola parte e io ho accettato con piacere».
Ma pensa di diventare attrice?
«No, il mio tributo al cinema l’ho già pagato dedicando un album alla creatura di Charlie Chaplin».

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