Ken Follett a spasso con i nostri avi per scoprire i misteri di Stonehenge

Esce "Il cerchio dei giorni", nuovo romanzo dell'autore bestseller. Siamo nella preistoria e si celebra il Rito di Mezza Estate...

Ken Follett a spasso con i nostri avi per scoprire i misteri di Stonehenge

Portavano i cesti tra le braccia, sulle spalle o sulla testa, ma Seft aveva escogitato un sistema per assicurare il cesto alla schiena con delle strisce di cuoio. Era difficile da mettere e togliere, ma una volta a posto era comodo. Lo avevano preso in giro anche per quello, gli avevano dato del rammollito, però lui ci aveva fatto l'abitudine. Era il più giovane della famiglia, ma il più intelligente, e questo a loro proprio non andava giù. Il padre non interveniva mai, anzi, sembrava si divertisse a vedere i figli litigare tra loro e fare a botte. Quando Seft veniva preso di mira dagli altri due, Cog gli diceva di crescere.

Lungo il cammino Seft cominciò a sentire il peso del carico nonostante la sua invenzione. Guardando gli altri, gli parve che non faticassero come lui. Strano, perché era forte quanto loro. Eppure grondava sudore.

Era mezzodì, a giudicare dal sole, quando Cog annunciò che avrebbero fatto una sosta. Si fermarono sotto un olmo e posarono a terra i cesti. Bevvero avidamente dalle fiasche che portavano a tracolla, recipienti chiusi con un tappo appesi a una striscia di pelle. La Grande Pianura era circondata da fiumi a nord, est e sud, ma al centro c'erano pochi ruscelli e stagni e molti di questi in estate si prosciugavano. I viaggiatori prudenti portavano sempre con loro dell'acqua.

Cog distribuì delle fette di maiale freddo e mangiarono. Poi Seft si sdraiò sulla schiena e rimase a fissare i rami frondosi dell'albero, godendosi la quiete.

Troppo presto Cog annunciò che dovevano rimettersi in cammino. Seft si voltò per prendere il cesto e si fermò a guardarlo. Le selci provenienti dai filoni sotterranei erano nerissime e lucide, ricoperte da uno strato bianco più tenero. Quando la selce veniva colpita con una pietra, si staccavano delle scaglie che potevano essere modellate. Le selci nel cesto di Seft erano state già parzialmente lavorate da suo padre per ottenere la forma adatta a farne coltelli, teste d'ascia, raschiatoi, bulini o altri attrezzi. Così erano un po' più leggere da trasportare. Avevano anche più valore per un esperto spacchino che le avrebbe rifinite dando loro la forma finale.

Nel cesto di Seft sembravano esserci più selci di quando era partito, la mattina. Era la sua immaginazione? Non ne era sicuro. Guardò i fratelli.

Olf sorrideva, Cam sghignazzava.

Seft capì cos'era successo. Mentre camminavano, gli altri avevano preso i pezzi di selce dai loro cesti per infilarli di nascosto nel suo. Si ricordò che gli si erano avvicinati da dietro per fare battute volgari sulla sua storia d'amore. Questo lo aveva distratto da ciò che stavano realmente facendo.

Non c'era da stupirsi se quella camminata lo aveva stancato.

Puntò un dito contro i fratelli. "Voi due..." disse con rabbia.

Loro scoppiarono a ridere. Rise anche Cog: evidentemente era al corrente della cosa.

"Brutti porci" aggiunse Seft con tono aspro.

"Era solo uno scherzo!" ribatté Cam.

"Molto divertente". Seft si rivolse al padre. "Perché non li hai fermati?"

"Smettila di lamentarti" disse lui. "Cresci".

"Ora dovrai portarli per il resto del tragitto" disse Olf "perché sei caduto nel tranello".

"È questo che pensi?" Seft si inginocchiò e rovesciò il cesto, facendo cadere a terra dei pezzi di selce finché non rimase più o meno quello che era il suo carico iniziale.

"Io non li raccolgo" disse Olf.

"Io neppure" disse Cam.

Seft sollevò la cesta, ora più leggera, se la mise sulle spalle e si allontanò.

Sentì Olf dire: "Torna subito qui".

Lo ignorò.

"Bene. Vengo a prenderti".

Seft si voltò continuando a camminare all'indietro. Olf stava andando a passo deciso verso di lui.

Ken Follett Il cerchio dei giorni. Traduzione di Annamaria Raffo. Copyright © 2025 Ken Follett - © 2025 Mondadori

Libri S.p.A.

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