Ken il «rosso», nemico della Thatcher, di Blair e dei giornalisti

da Londra

È uno della vecchia guardia Ken «il rosso». A sinistra dagli anni Ottanta, dette del filo da torcere perfino alla Thatcher che provò a sbarazzarsi di lui abolendo la municipalità cittadina. Blair la ripristinò, ritrovandoselo tra i piedi, ospite altrettanto scomodo nel suo stesso partito, dal quale prese le distanze proprio nell'anno della sua prima elezione a sindaco, in cui si presentò come indipendente. Testardo fino a diventare arrogante, riservato e spartano, è uno che non le manda a dire quando è convinto di aver ragione (e accade spesso).
Con l'avversario Johnson condivide l'assoluta mancanza di diplomazia che lo portò a dare del nazista ad un giornalista ebreo ed ad inimicarsi buona parte della stampa nazionale. In questa sfida elettorale per quello che, in caso di vittoria, sarebbe il suo terzo mandato, era partito strafavorito. Ora, però, la situazione sembra aver preso tutt'altra piega. Un po' come quei suoi completi da lavoro un po' stazzonati che alcuni londinesi modaioli non gli perdonano, Livingstone sembra aver perso lo smalto iniziale. Secondo alcuni commentatori, i suoi 63 anni, di cui otto alla guida di una metropoli complicata e multietnica come Londra, sono troppi per chiunque. Secondo altri i cittadini che in questa tornata elettorale non voteranno per lui si sono sentiti traditi da alcune sue decisioni, soprattutto da quelle prese nel settore cruciale del trasporto pubblico. Considerato da alcuni associazioni ambientaliste come Friends of the Earth il candidato più verde (la sua affermazione «quando vado in bagno non tiro lo sciaquone» è rimasta storica), Livingstone è stato l'inventore della «congestion charge» la tassa sul traffico che però in questi anni si è rivelata assolutamente inefficace. Londra è una capitale sempre più congestionata in cui peraltro, sotto l'era Livingstone, il costo dei trasporto pubblico è quadruplicato.
Sindaco dell'integrazione e della multietnicità ha sposato la causa dei gay, ma da più parti è stato accusato di non aver fatto granché sul fronte della sicurezza. Ma Ken è anche il sindaco del modernismo e della sfida olimpica vinta, la città sotto la sua guida ha cambiato aspetto. Alcuni scandali che hanno coinvolto alcuni suoi diretti collaboratori ne hanno appannato l'immagine di incorruttibilità quasi quanto la recente ammissione di aver avuto cinque figli da tre donne diverse.
Il suo carattere difficile non l'ha aiutato a tener il passo nei confronti di un avversario in sorprendente rimonta. «Salverò Londra dalla barbarie dei Tories» è il suo ultimo agguerrito slogan.

Fiero di essere stato il sindaco che è riuscito nell'impresa di «tenere insieme la città rispondendo agli attentati del 7 luglio», ha promesso ai suoi elettori la realizzazione di 50mila nuovi alloggi popolari, la riduzione del crimine con il reclutamento di altri mille agenti metropolitani e l'introduzione di nuovi poliziotti di quartiere, la realizzazione di mega piste ciclabili nel centro della città. Del suo avversario mattacchione ha detto: «pensatelo per un momento come sindaco. Non fa più ridere».

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