Bruxelles - L’operazione multinazionale a guida
Nato "Kosovo Force o Kfor ha il compito di stabilire e mantenere la sicurezza in Kosovo per agevolare il
ritorno dei rifugiati e sfollati nonché l’insediamento e le attività di presenza civile internazionale (Onu).
La forza La Kfor, secondo dati raccolti oggi al quartier generale alleato Shape di Mons
(Belgio), conta quasi 18.700 militari provenienti da 30 nazioni dell’Alleanza e non.
Il ruolo dell'Italia L’Italia, secondo dati del ministero della Difesa italiano aggiornati al 10 marzo, partecipa con 2.400
uomini. Il contingente è inserito nella "Multinational Brigade South-West" (Mnb-Sw) posta sotto Comando
italiano con sede a Prizren. Tra oggi ed i prossimi giorni è atteso un rinforzo di circa 1.000 uomini (750
britannici, 150 americani e 80 carabinieri).
I principali contingenti Gli Stati Uniti, che hanno la responsabilità del settore est del paese,
hanno - sempre secondo fonti Shape - circa 2.000 uomini, la Francia (nord-est) 2.500, la Germania (che
assieme all’Italia è responsabile per il sud-ovest) circa 3.000. Altre fonti segnalano che il capoluogo
Pristina e la sua provincia sono sotto il controllo di un contingente svedese di circa 650 uomini e che,
prima di varie ristrutturazioni, la Kfor era arrivata ad avere fino a 46.000 uomini.
La storia La Kfor è entrata nella provincia il 12 giugno 1999 su mandato delle Nazioni Unite, due giorni dopo l’adozione della risoluzione 1244, frutto diplomatico dell’intervento militare della Nato: 78 giorni di bombardamenti contro la Jugoslavia, i primi della storia dell’Alleanza Atlantica contro uno stato sovrano, fatti per proteggere la popolazione kosovara albanese dalla pulizia etnica perpetrata dalle forze militari e paramilitari della repubblica federale di Jugoslavia, che aveva causato quasi un milione di profughi.
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