Altro che Germania anno zero. Un premio Oscar allo splendido La vita degli altri (del debuttante Florian Henckel); il successo di Quattro minuti, curiosa pellicola deutsch e un omaggio in grande stile della Mostra di Venezia, dove Alexander Kluge, padre del Giovane Cinema Tedesco da due Leoni doro e un Leone dargento, ripercorrerà la storia del cinema, segnano la nuova primavera tedesca. È per tale ritrovata potenza che il direttore della Mostra, Marco Müller, ha chiesto qualcosa di speciale ad Alexander Kluge, uno dei cineasti più premiati nella storia di Venezia (Leone dargento, nel 66, con La ragazza senza storia e al Leone doro, nel 68, per Artisti sotto la tenda del circo: perplessi, lo scrittore e regista nell82 ha ricevuto il Leone doro alla carriera).
Qualcosa di smagliante e di affettuosamente simbolico, come festeggiare i suoi settantacinque anni insieme alla Mostra del Giubileo, data anniversaria del più antico festival del mondo, nato al Lido di Venezia il 6 agosto 1932, lo stesso anno in cui è nato Kluge. «Sono onorato dallessere il nume tutelare del Lido», dice dal suo studio di Monaco lideatore del Manifesto di Oberhausen, mentre, tra un programma televisivo culturale per Sat 1 e la stesura di un saggio, collega i materiali e i documenti. Alexander Kluge, amante di ellittiche allegorie sul contemporaneo (La forza dei sentimenti, 1983; Lattacco del presente contro il resto del tempo, 1986), scrittore le cui Geschichten vom Kino (Storie di cinema) verranno pubblicate pure in Italia, è lartista più adatto a sfogliare labbagliante romanzo del cinema. E rivela al Giornale cosa porterà a Venezia.
Caro Kluge, in che consiste il suo omaggio al cinema, evento della Mostra veneziana?
«Nellassemblaggio di materiali e documenti inediti. Ho ideato cinque programmi in un film-mosaico, per 480 minuti complessivi di proiezione notturna, che verranno proiettati in Sala Grande a partire da giovedì. Ormai il futuro del cinema è You Tube e, date le tecniche digitali, i miei mini-film vanno da uno a tre minuti. Parto con lomaggio al cinema muto, Fritz Lang in testa. Poi monto varie sequenze dei miei primi film: il filo rosso è il mio secolo. E chiudo con gli spezzoni dei film presentati alla Mostra: da Leni Riefenstahl a Vicky Baum».
Che intende, dicendo che You Tube è il futuro del cinema?
«Il futuro del cinema è nel suo principio: allinizio della sua storia, infatti, avevamo soltanto brevi immagini in movimento, dentro un non-luogo. Sono ottimista, al contrario di molti miei colleghi e il computer non è la mia bestia nera».
Con che criterio ha scelto le immagini dei suoi mini-film, genere di scena a Cannes?
«Non ho una lista! Cerco di evocare il sogno del cinema. Ho creato una sequenza con Jean-Luc Godard, che credendo di essere cieco, parla di sua madre, che conosceva soltanto film muti. Sintitola Amore cieco. Poi cè Joris Yvens che descrive la pioggia ed Edgar Reitz che narra come ha vissuto l11 settembre. Atmosfere in pillole».
Il suo programma è allinsegna dellonirismo?
«No, ci saranno anche frammenti di miei documentari su Chernobyl e sulluso politico delle armi. Mostrerò il marxismo allopera, secondo il mio vecchio progetto di portare Marx sullo schermo, con una rilettura del Capitale in immagini».
È nota la sua passione per la lirica: a Venezia porterà un programma musicale?
«Sto finendo Venti volte Verdi, minifilm con svariate interpretazioni di opere verdiane.
Come vede il cinema europeo, mentre incombono i giganti del mercato globale?
«La speranza viene dallEuropa centrale, se oggi dovessi firmare un proclama, scriverei un Manifesto per linnovazione digitale».