Knopfler a Carreras: è la grande notte della città in musica

La celebre chitarra dei Dire Straits al festival dell’Arena. Carreras stasera sulle terrazze del Duomo. A villa Arconati il tropicalismo dei brasiliani Mutantes

Knopfler a Carreras: 
è la grande notte 
della città in musica

Milano, o forse sarebbe meglio dire la Grande Milano, capitale della grande musica dal vivo per una notte. Già, perché, stasera, più o meno alla stessa ora, Mark Knopfler sarà di scena all'Arena Civica, Devendra Banhart e gli Os Mutantes a Villa Arconati, Julian Casablancas al Castello Sforzesco di Vigevano, Yann Tiersen al Carroponte di Sesto San Giovanni. Senza dimenticare l'ultima delle tre repliche di José Carreras sulle guglie del Duomo. Sarà pure una banalità, ma non c'è che l'imbarazzo della scelta. La star di serata? Nessun dubbio, mister Mark Knopfler, ospite di giornata della quarta edizione del "Milano Jazzin' Festival" (ore 21, ingresso 50/34 euro). Nella sua vita dopo i Dire Straits, il nostro se la sta cavando più che egregiamente. Il suono della sua chitarra Fender Stratocaster è di quelli che è impossibile confondere con altri; lo stile, quel bellissimo fingerpicking, ovvero il toccare le corde con le dita, senza plettro, che ha segnato tutta la sua musica, è un curioso modo di mettere insieme passato e presente. E questi due elementi contribuiscono a creare il clima sonoro che domina le composizioni di Knopfler, sia quelle scritte con la band che lo ha portato al successo (l'album Brothers in Arms del 1985 è ancora oggi uno dei dischi più venduti nella storia del rock), sia quelle realizzate nella sua fortunata carriera da solista. Fortemente influenzato da J.J. Cale, del quale è legittimo erede, il 60enne scozzese di Glasgow ha saputo muoversi con intelligenza tra musiche diverse, il rock degli esordi, la canzone pop, il blues e la musica tradizionale anglo-americana. Un mix di suoni che ritorna prepotentemente nell'ultimo lavoro pubblicato, Get Lucky. Già anni fa era chiaro chi e cosa sarebbe diventato Devendra Banhart, in concerto invece al festival di Villa Arconati a Castellazzo di Bollate (ore 21.30, ingresso 22 euro). All'epoca si parlava di new-folk revolution, ma lui, figlio di hippie, padre texano e madre venezuelana, è uno dei pochi ad avere sfondato. Cantautore assai prolifico, ma anche artista (sono attualmente in mostra alla Triennale Bovisa alcune sue opere), il barbuto ed eccentrico Banhart, classe 1981, con l'ultimo album What will we be, il suo lavoro più solare e accessibile, pur non rinunciando al proprio piglio naif, ha saputo andare oltre i territori folk, mettendo assieme influenze latine, soul, jazz, Caetano Veloso, Neil Young e psichedelia rock. Coraggioso, no? Nella stessa sera si esibisce un gruppo brasiliano che partecipò al movimento Tropicàlia degli anni ’60, molto amato da Devendra Banhart: sono i carioca Os Mutantes, che mescolano rock inglese, psichedelia americana, musica concreta e pop brasiliano.

Bello e molto corteggiato è anche Julian Casablancas, leader e cantante in libera uscita dagli Strokes, la band della «New York» bene che all'inizio degli Anni Zero ha ridato nuova linfa al rock delle chitarre elettriche, quello un po' sporco e malato mutuato dai Velvet Undergound. In versione ruvida e irriverente suonerà al Castello di Vigevano (ore 21.30, ingresso 30 euro), nell'ambito del festival "10 giorni suonati". A precederlo i rocker emergenti Girls e Goldheart Assembly.

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