In Kosovo rispuntano le armi ad un mese esatto dall’indipendenza. La rabbia serba è esplosa ieri a Mitrovica nord, la città divisa etnicamente in due dal fiume Ibar. Centinaia di serbi hanno attaccato la polizia Onu ed i soldati Nato lanciando granate, bombe molotov e sassi. Testimoni hanno sentito numerosi colpi di arma da fuoco. Nei violenti scontri sono rimasti feriti 70-80 serbi, 15 dei quali in condizioni gravi. Due sarebbero spacciati e ad uno di questi il probabile proiettile di un cecchino ha trapassato il cranio. Tra le fila del contingente internazionale sono stati colpiti 27 poliziotti Onu, polacchi ed ucraini, oltre a 20 soldati francesi della Nato. Se la sono vista brutta anche tre giornalisti free lance italiani. Il fotoreporter Massimo Fiorillo è stato attaccato a colpi di spranga dai serbi inferociti. Solo il deciso intervento dei militari francesi gli ha salvato la vita. «Stavo fotografando la rivolta, quando una ventina di persone hanno cercato di buttarmi a terra riempiendomi di calci e pugni», racconta al Giornale il quarantenne Fiorillo, ormai al sicuro nel quartier generale del contingente italiano.
La crisi era iniziata lo scorso venerdì, quando un nutrito gruppo di serbi, comprese alcune donne, aveva occupato la sede del tribunale dell’Onu alla periferia di Mitrovica nord. Trasferiti dopo la guerra del 1999 con la Nato gli occupanti serbi volevano tornare ai loro vecchi posti di lavoro.
Ieri all’alba i reparti speciali della polizia dell’Onu, appoggiati dalla Nato, hanno però compiuto un blitz nel tribunale occupato, arrestando 53 serbi. Le sirene d’allarme dei serbi hanno suonato alle sei del mattino» racconta al Giornale, Ivano Macrì, un italiano che gestisce un bar a Mitrovica.
Oltre duemila serbi sono scesi in piazza, e un nucleo duro di 300-400 miliziani ha scatenato la guerriglia urbana. I blindati della Nato si sono schierati all’ingresso della stradina che porta al tribunale dell’Onu. Le prime file dei rivoltosi lanciavano pietre e molotov contro i soldati francesi, che all’inizio rispondevano con i lacrimogeni. «Arrivando dalla zona sud ho visto sui tetti e fra le case serbi armati ed incapucciati», spiega Fiorillo, il fotografo picchiato. Una colonna dell’Onu ha tentato di portare i serbi fermati verso Pristina. Alcuni mezzi dell’Onu sono stati presi d’assalto e il risultato è stata la liberazione di una ventina di arrestati. A questo punto l’Onu ha suonato la ritirata ed i francesi hanno mandato altri 400 uomini di rinforzo a Mitrovica nord.
Contro le truppe internazionali sono state lanciate anche bombe a mano. «Dal 1999 i serbi non avevano più imbracciato le armi contro la Nato», racconta Macrì. Da Belgrado il premier dimissionario, Vojislav Kostunica, ha annunciato consultazioni con Mosca per «fermare qualsiasi tipo di violenza contro i serbi».
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