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L' 86% degli italiani: "Napolitano fa bene a lasciare"

Domani il saluto ai dipendenti del Colle e possibili dimissioni mercoledì. Tramonta il regno di Napolitano. Sul no a D'Alema Grillo mette d'accordo tutti

L' 86% degli italiani: "Napolitano fa bene a lasciare"

Il conto alla rovescia è giunto al termine. Trasloco completato e saluti con lo staff del Colle previsti per la mattinata di domani, l’agenda del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è già tutta scritta. Anche le sue dimissioni (per la gioia di molti) potrebbero arrivare già il prossimo mercoledì. Eppure, lo sciame di voci e le polemiche sul toto-nome del successore sono da mesi entrate nel vivo.

Una cosa è certa: l’elezione del futuro presidente della Repubblica sarà una bella gatta da pelare per il premier Matteo Renzi. Altra certezza: l'86 per cento degli italiani (dati Ixè) non vuole più Giorgio Napolitano. Un plebiscito per cui il Capo dello Stato fa bene a lasciare il Quirinale prima della conclusione del suo mandato. Se le tempistiche sono già chiare (le Camere in seduta comune potrebbero riunirsi i primi di febbraio), il nome tanto atteso sembra sempre più un miraggio.

Un'elezione trionfale al primo scrutinio (come quella che nel 1999 portò Carlo Azeglio Ciampi al Quirinale con 707 voti su 1010) somiglia più ad un sogno. Ma il presidente del Consiglio sembra deciso a chiudere "la questione" al quarto scrutinio, con i voti di Pd, Fi e Area Popolare (anche facendo a meno delle minoranze interne ai singoli partiti). Soprattutto nel Pd, ma anche nel resto della maggioranza e delle opposizioni, le strategie cominciano a delinearsi. Se non si riuscirà a tirar fuori un nome che metta d’accordo tutti, almeno una modalità di voto dovrebbe essere condivisa.

I nomi. Nella rosa sottoposta all'attenzione di Silvio Berlusconi tra Natale e Capodanno (Veltroni, Fassino, Finocchiaro, Mattarella e Castagnetti) sembrano salire le quotazione degli esponenti Pd. Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, sdogana Roberto Benigni nel suo editoriale domenicale, lodandone le doti non solo artistiche. Certo, sarebbe curioso vedere il comico fiorentino salutare "affettuosamente" un altro capo di Stato. Magari un bacio sulla bocca o una toccatina nelle parti basse?

La presidente della Camera Laura Boldrini e la leader della Cgil Susanna Camusso, spingono per una scelta al femminile. Ma non è facile. "Vietato fallire" è la parola d’ordine del Pd. Forza Italia punta sull’unità con un Berlusconi in pressing sui suoi per la compattezza: "Solo così - ripete il Cav - il partito può contare e non fare la figura dell'utile idiota". Il ministro dell’Intero Angelino Alfano sprona i deputati di Ncd a non consegnare a Renzi assegni in bianco. Non più almeno. Mentre i grillini, dopo aver letto la parola divina del blog di Beppe Grillo (impegnatissimo in questi giorni nelle dietrologie dell’attentato di Parigi al settimanale satirico Charlie Hebdo), alzano le barricate sul nome di Massimo D’Alema.

Incredibile ma vero: su D’Alema, Grillo mette d’accordo tutti.

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