«Una scelta lunga e dolorosa». Così lex «federale» di An, Pierluigi Fioretti, ha definito il suo passaggio dal partito dorigine allItalia dei valori di Antonio Di Pietro, dove lo attende il ruolo di responsabile degli Enti locali. Una decisione che era nellaria del tempo - e che doveva essere ufficializzata con una conferenza stampa lo scorso 14 marzo, poi annullata - che arriva dopo decenni di militanza nel Msi prima e in An poi, coronati con la presidenza della Federazione romana. «Sono stati loro a mandarmi via - ha spiegato Fioretti in unintervista apparsa ieri su un quotidiano -. Al di fuori di Francesco Storace, Fabio Schiuma e qualcun altro nessuno ha sentito il dovere di interessarsi al mio malessere».
Dichiarazioni che ieri hanno aperto il dibattito interno. «In An è in atto una pericolosa tendenza ad andarsene che si sta sottovalutando - commenta lo stesso Storace -. Oggi apprendiamo che se ne va Fioretti, la cui storia nella militanza della destra romana viene incredibilmente dimenticata, mortificata, ignorata, regalandolo addirittura allIdv. A Latina un altro consigliere regionale recordman di preferenze, Fabrizio Cirilli, si candida addirittura a sindaco contro quello uscente di An, Zaccheo: quando si capirà che le tessere sono molto, molto meno importanti del valore della persone?». «Nei mesi scorsi - lo smentisce il nuovo federale, Gianni Alemanno - ho più volte cercato di dialogare con Fioretti per verificare lattendibilità delle anticipazioni di stampa sul suo gesto. Purtroppo le risposte che ho ottenuto sono sempre state omissive e aleatorie. Nessuna argomentazione può giustificare un cambio di schieramento così profondo e radicale: vedremo adesso se e come il centrosinistra romano vorrà gratificare questo atto di trasformismo platealmente privo di ogni fondamento politico e culturale». Il capogruppo comunale Marco Marsilio si augura infine che «il Tar confermi lesito delle elezioni comunali, evitando che la volontà popolare che ha assegnato 13 seggi ad An possa essere tradita con il subentro di Fioretti in Campidoglio e la sua adesione alla maggioranza di sinistra».
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