La scomparsa di Michel Serrault, a 79 anni, sancisce l'incomprensione della sua rilevanza: per gli italiani sarà sempre unicamente Zazà della serie del Vizietto, non l'interprete di oltre 120 film e decine di commedie, vincitore di tre premi César (per Il vizietto, Guardato a vista e Nelly e Monsieur Arnaud), bravo a far ridere e a far piangere.
È in base alla logica degli incassi e dei passaggi in tv dei suoi film che Serrault rimane solo il frizzante omosessuale dei due film di Edouard Molinaro e del terzo episodio, di Georges Lautner. Qui Tognazzi ereditava la parte scritta per sé dal sodale di Serrault, Jean Poiret: loro avevano imposto La cage aux folles sulle scene, prima di trarne i film. Del Vizietto s'erano accorti anche a Hollywood. Anziché distribuirlo, come si usa in Europa, ne avevano acquistato i diritti per rifarlo, col titolo The Birdcage (in Italia, Piume di struzzo), interpretata da Nathan Lane nel ruolo di Serrault e da Robin Williams in quello di Tognazzi. Gene Hackman aveva il ruolo di Michel Galabru.
L'errore di prospettiva, in Italia, sull'importanza di Serrault non deriva però da questo ed è generale. Perfino Cinema, dizionario a cura di Gianni Canova, scrive: «Con poche apparizioni sul grande schermo, nel 1978, a cinquant'anni Serrault incappa nel successo mondiale col Vizietto». Si noti l'«incappa», come fosse stato un caso; si notino quelle «poche apparizioni», che erano in realtà, nel 1978, già settanta film, inclusi I diabolici di Clouzot, Il riposo del guerriero di Vadim e Preparate i fazzoletti di Bertrand Blier, notevole - se non altro - per aver vinto l'Oscar, sempre nel 1978, battendo I nuovi mostri di Monicelli-Risi-Scola!
Proprio da Risi, Serrault avrebbe avuto in Dagobert uno dei suoi rari ruoli importanti con un regista italiano. Accanto a Tognazzi - deuteragonista rispetto a Coluche -, Serrault è uno dei motivi per rivedere quel film. Molto più sfortunato sarà lincontro di Serrault con Renzo Martinelli per Vajont: la goffa ricostruzione del crollo della diga travolgerà l'attore (e Daniel Auteuil).
Proprio con l'allora moglie di Auteuil, Emmanuelle Béart, Serrault aveva raggiunto uno dei culmini della bravura con Nelly e Monsieur Arnaud di Claude Sautet. Chiamato al ruolo di un magistrato in pensione, Serrault offriva un sobrio quadro di senescenza e solitudine. Stesso ruolo con gli stessi grandi risultati, accanto a Mathilde Seigner, in Una rondine fa primavera di Christian Carion. In mezzo, un'ulteriore versione del rapporto «paterno» con una «figlia» era stato l'acre Rien ne va plus di Claude Chabrol, con Isabelle Huppert.
Altro classico di Serrault, in un trio con Romy Schneider e Lino Ventura, fu Guardato a vista di Claude Miller, erroneo titolo italiano per l'originale Garde à vue, cioè «stato di fermo».
No, Serrault non era solo Zazà.
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