Cannes - Il Festival volge al termine: domani ci saranno le ultime proiezioni per la stampa, giunta meno numerosa del solito. La crisi ha falcidiato innanzitutto gli inviati. La manifestazione di massa degli ultimi venticinque anni tornerà lentamente alle presenze degli anni Cinquanta-Settanta? Comunque il sogno di costruire un nuovo palazzo del cinema, con una sala da quattromila posti, auspicato dal Comune e dagli albergatori di Cannes, torna nel cassetto. Per un po’.
Ma non tutti hanno i problemi dei giornalisti. C’è ancora chi mostra di non risentire della crisi. La fiera della vanità, che si svolge collateralmente al Festival, ha subìto finora solo marginali riduzioni. Non sono arrivati certi yacht di stilisti, che qui erano di casa. Ma gli stilisti sono arrivati egualmente, coi loro abiti da prestare alle dive in cambio di pubblicità, specie in occasione della festa più attesa, quella dell’Amfar, l’associazione contro l’Aids, officiata da una commossa Sharon Stone, madrina della serata. L’appuntamento era all’hotel Eden Roc di Cap d’Antibes.
Bill Clinton ha detto che «lottare contro l’Aids significa lottare significa lottare anche contro le ineguaglianze nelle cure e per il diritto alle medicine». L’ex presidente americano ha parlato della crisi globale, di una situazione disastrosa ma ha sottolineato che l’Aids colpisce senza guardare pelle, capelli, occhi né portafoglio. «Dobbiamo sbrigarci a trovare le cure perché la gente continua a morire a milioni nel mondo», ha aggiunto mostrando la foto di due bambini in un orfanotrofio cambogiano.
In sala, tra le molte star, Isabelle Huppert, che invece è una presidentessa, anche se solo della giuria del Festival, per giunta seguita dalle giurate Asia Argento - ancora lei - e Robin Wright Penn. C’erano il vampiro innamorato di Twilight, Robert Pattinson, Marion Cotillard, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Eva Herzigova, Eva Green, James Gray, Paris Hilton, Emile Hirsch, Elizabeth Hurley, Diane Kruger, Margherita Missoni, Anna Mouglalis, Mike Myers, Eli Roth, Claudia Schiffer, Tarantino, von Trier, Donatella Versace, Michelle Yeoh. Se per loro ha cantato Annie Lennox, per vestire le signore i principali sarti hanno avuto il loro bel lavoro. Circolano gli aneddoti sul clima che l'ha preceduto fra gli happy few, cioè quelli che sono stati invitati. La stilista torinese di Pagini Gabriella Cortese, con un recente passato di ballerina al Crazy Horse, mi raccontava ieri pomeriggio sulla terrazza panoramica dell'hotel Gray d'Albion in rue des Serbes: «Ancora poco fa ero in camera di Rosanna Arquette per vestirla. Lei ha trovato perfetti i miei pantaloni e così ho dovuto lasciarglieli. E sono uscita indossando, in cambio, i suoi». Sull'atteggiamento delle dive aggiunge: «Talora fanno i capricci: un abito nato pensato lungo finisce corto e viceversa».
Si noti: tra le devote della Cortese, che è alla testa del marchio Antik Batik, ci sono anche giovani attrici francesi come Vahina Giocante e Vanessa Paradis, moglie di Johnny Depp; Ségolène Royale, la candidata
battuta da Sarkozy per la presidenza della francia, Catherine Zeta Jones; ma anche Elsa Pataky e - per tornare alle presenti alla festa dell'Amfar - Asia Argento e Sharon Stone. A domani, per il seguito che le riguarda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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