L’Ambrosiana mette in rete Leonardo e i suoi tesori

L’Ambrosiana si apre a Internet. Nei prossimi 5 anni, i 36mila manoscritti custoditi nella Biblioteca fondata più di 400 anni fa dall’arcivescovo Federico Borromeo verranno digitalizzati e messi online, a disposizione di utenti e studiosi, come già avviene per il codice Atlantico di Leonardo. La digitalizzazione, per i soli primi cinque anni, costerà 500mila euro. Metà sono già stati offerti dalla Fondazione Cariplo, ma per i 250mila rimanenti l’Ambrosiana fa appello ad altri sponsor privati: «Al di là del codice Atlantico di Leonardo - ha ricordato il presidente don Gianni Zappa riferendosi alla raccolta di scritti del genio vinciano - in questo ambiente abbiamo delle cose che nessun’altro al mondo ha, tesori che nemmeno si possono vedere come i 20mila disegni». Da qui l’idea della digitalizzazione che, come ha detto il direttore dell’Ambrosiana Gianantonio Borgonovo, permetterà di rispondere in modo innovativo alle due missioni principali dell’Ambrosiana da quattro secoli: la più ampia fruizione possibile dei testi da una parte e la loro salvaguardia dal deperimento dall’altra. Il progetto, avviato grazie alla collaborazione tra i dottori dell’Ambrosiana, il Cilea, Icas94, Comperio e De Agostini, consente alla biblioteca di entrare nel mondo internazionale delle biblioteche virtuali mantenendo «le credenziali di governo scientifico delle immagini».

Internet, ha infatti ricordato Emilia Groppo del Cilea, «è uno strumento meraviglioso, ma permette di distribuire informazioni spesso incontrollate, mentre l’autorevolezza delle fonti documentali è fondamentale». La piattaforma tecnologica scelta rispetta uno standard internazionale e le immagini digitali saranno consultabili in formato Tiff, il migliore possibile.

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