«Rabin ti aspetta»: questa la scritta intimidatoria - tracciata con la vernice rossa, nella settimana in cui Israele ricorda lanniversario delluccisione nel 1995 del premier Nobel per la pace - che Hagit Ofran, attivista di spicco di Peace Now, ha scoperto martedì sulle scale della propria abitazione di Gerusalemme. Vicino cera scritto: «Morte ai traditori». E anche un agghiacciante: «Hagit Ofran, sia benedetta la sua memoria».
Per la donna - nipote del celebre filosofo Yeshayahu Leibovitz, punto di riferimento obbligato per la sinistra israeliana - si è trattato del secondo attacco intimidatorio in poche settimane. Anche se la polizia non ha compiuto arresti, si presume sia stato condotto da fanatici della destra nazionalista, legati alle frange estreme dei coloni. Un episodio non isolato, che dà un tono malinconico allanniversario dellassassinio di Yitzhak Rabin: freddato nel novembre di 16 anni fa dalla pistola di un giovane zelota di destra, Yigal Amir, determinato a far deragliare il processo di pace con i palestinesi.
Gli orfani di Rabin torneranno nella piazza che porta il suo nome a Tel Aviv e che vide scorrere il suo sangue: ma si tratterà di un evento privato, in quanto la famiglia non crede più allutilità di questo genere di manifestazioni. Del resto questa settimana, quando la Knesset, il parlamento, ha celebrato lanniversario dellattentato, in aula erano presenti solo 67 dei 120 deputati. Ciò malgrado fra le mura della Knesset è egualmente risuonato un forte grido di allarme nei confronti della nuova ondata di provocazioni, sempre più aggressive, della destra eversiva ebraica che percorre Israele e i Territori: dalle profanazioni, alle vendette della cosiddetta dottrina del prezzo da paga.
Per il generale Avi Mizrahi, comandante delle forze armate in Cisgiordania, gli ultras «stanno uscendo di controllo» e nemmeno lesercito sa più come fermarli.
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