L’Appennino sempre più in discesa

Fausto Rosi

Manca meno di un mese alla disputa del «Giro dell’Appennino» in programma domenica 23 aprile con partenza da Novi Ligure in prossimità del Museo dei Campioni e conclusione a Pontedecimo nell’angusta piazza Arimondi. Se lo scorso anno la ricorrenza del cinquantesimo anniversario del successo di Fausto Coppi fu il pretesto per porre lo striscione d’arrivo nel centro della cittadina piemontese, la scelta di quest’anno evidenzia che è esclusivamente il sostegno economico che perviene dalla città alessandrina a condizionare le decisioni della società polceverasca. Non sono trascorsi molti anni da quando i componenti del consiglio direttivo dell’U.S. Pontedecimo si scandalizzavano solamente a sentir parlare di cambiamenti alla gara. Nel momento in cui molti di loro si sono fatti in disparte o, per ragioni diverse, hanno lasciato la società, l’«Appennino» varia le sue tradizioni.
Sono ormai troppi gli anni che si afferma che la corsa genovese deve cambiare collocazione nel calendario internazionale. Ebbene, se in passato la responsabilità della concomitanza della gara con altre manifestazioni di richiamo veniva addossata all’Unione Ciclistica Internazionale responsabile del calendario, quest’anno è stata proprio l’U.S. Pontedecimo a chiedere che il «Giro dell’Appennino» venisse disputato il 23 aprile in concomitanza con la Liegi-Bastogne-Liegi, gara di prestigio e prova del Pro-Tour.
Non commentiamo la scelta e ne prendiamo atto anche se non ci resta che riscontrare un preciso ed eloquente significato che conduce a delle conseguenze che si materializzano, rispetto al passato, in un calo di interesse verso la corsa dovuto ad un cast di partenti che, seppur numericamente valido, sarà di non eccelsa caratura tecnica. Anche la scelta del nuovo percorso, lievemente inferiore ai duecento chilometri, ma profondamente modificato, ha suscitato diverse perplessità. Dopo la partenza, la carovana si soffermerà per un’ora abbondante in territorio piemontese prima di affrontare le rampe della Castagnola e di Orero. Dopo la ripida discesa su Serra Riccò, i corridori punteranno verso il centro di Genova che peraltro non sarà attraversato a causa della concomitanza con Euroflora. In prossimità della Stazione Marittima, la gara effettuerà il giro di boa e dopo aver percorso le strade della Valpolcevera, porterà i concorrenti ad affrontare l’impegnativa parte finale che prevede cinque salite: Sant’Olcese, i Giovi, la Bocchetta, la Castagnola ed ancora i Giovi prima di planare sul traguardo di Pontedecimo. «Ammettiamo, come ci hanno detto anche i responsabili Rai, che l’arrivo è collocato in un posto infelice - dichiarano all’unisono il presidente ed il segretario della società polceverasca - come riconosciamo che la data della gara deve essere variata. Accettiamo i suggerimenti che ci pervengano e, già fin d’ora, possiamo affermare che l’edizione del prossimo anno vedrà almeno queste sostanziali variazioni. Rivestiamo queste cariche sociali solo da quattro anni e nel direttivo abbiamo incontrato resistenze molto forti per un cambiamento». Ma qualcuno nella società organizzatrice si è spinto oltre confidando: «È necessario che il consiglio capisca che ci sono troppe salite che rendono la gara dura e costringono molti corridori a dare volentieri forfait all’Appennino».


Per quanto concerne la partecipazione non ci sono particolari squilli di tromba e gli organizzatori continuano a mantenere un ermetico silenzio: i nomi degli iscritti di maggior rilievo dovrebbero però fare riferimento a Cunego (ovviamente grande favorito), poi Sella e Mazzanti, forse Astarloa. Davvero non molto per una manifestazione che vorrebbe fare il salto di qualità.

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