L’aria mai così avvelenata e i politici litigano tra loro

Da 15 giorni le polveri sottili hanno superato la soglia d’allarme Palazzo Marino va all’attacco, la Regione a muso duro: "Neofiti"

L’aria mai così avvelenata e i politici litigano tra loro

Lo smog soffoca i milanesi da quindici giorni, non stop. Dopo la domenica nera in cui il Pm10 è schizzato a quota 228 microgrammi al metro cubo, lunedì le polveri si sono abbassate, tra i 60 e gli 89 microgrammi a seconda delle centraline. Ma sempre oltre il livello di guardia. L’inquinamento non toglie il fiato ai politici ma anzi scatena una guerra tra schieramenti e istituzioni. Un gioco allo scaricabarile a cui i cittadini assistono da mesi, e forse ha un po’ stufato anche loro. Milano dopo solo 45 giorni da inizio anno aveva già sprecato il bonus dei 35 con il pm10 off limits concessi dall’Ue per evitare la multa anti-smog. La situazione una settimana dopo non è migliorata. E Giuliano Pisapia che fa? Ieri ha confermato che «lo sforzo del Comune è che sia sempre più forte la collaborazione con gli altri sindaci dell’hinterland, con la Provincia e la Regione, perché il problema dello smog non si può risolvere con provvedimenti in una sola città». Quando Milano si siede ai tavoli però (come è capitato in occasione del doppio blocco del traffico nel Ponte di Sant’Ambrogio) si prende l’autorità «maxima» di andare per la propria via. Ora il sindaco di fronte alla debacle nonostante Area C, chiama in causa le altre istituzioni. Dal Pirellone non si fa attendere la voce del governatore. Roberto Formigoni rilancia la palla: «Non è che chi arriva adesso, da neofita, chiede alla Regione cosa fa». A Pisapia ricorda che «abbiamo già preso molti provvedimenti negli anni basta che uno guardi e se ne accorge» elenca leggi, interventi per ridurre le emissioni delle centrali e delle industrie. L’ultimo arrivato prenda appunti.
Nella gara a passare la palla (invece che proporre soluzioni per migliorare l’aria) i politici son tutti veloci. Il Pd Carlo Monguzzi, che a Palazzo Marino è anche presidente della Commissione Mobilità, fa l’avvocato difensore di Pisapia: «Formigoni sostiene graziosamente che essendo un neofita non dovrebbe neanche avere l’ardire del chiedere perchè la Regione ha già fatto tutto, invece non vogliamo essere lasciati soli nella battaglia sullo smog». La lite nel corso della giornata si concentra sul superticket. Ad riaccendere la miccia è il Pdl Riccardo De Corato, «neanche la pioggia salva il sindaco e Area C da un’altra figuraccia visto che il pm10 continua a essere alle stelle. É evidente a tutti, meno che ai vetero-ambientalisti suggeritori di Pisapia, che il calo del traffico in centro non porta nessun beneficio». E si sente chiamata in causa Legambiente, se scende subito in campo per dire che il ticket «per De Corato è diventata ormai un’ossessione di cui non riesce a liberarsi», il presidente Damiano Di Simine vince la sfida dei battutisti prescrivendogli «l’unica terapia possibile per lui, l’esorcista». «Smettiamola di criticare Area C - si unisce la capogruppo di Sel Ines Quartieri - De Corato dimentica che anche quand’era lui vicesindaco l’aria era avvelenata». In soccorso a De Corato arriva allora l’assessore regionale al Commercio, Stefano Maullu: «Area C è un flop, il Comune si impegni a trovare soluzioni serie e prenda esempio da quanto ha fatto in questi anni il Pirellone». Il risultato è che l’inquinamento non molla.

Se i politici mettessero lo stesso accanimento nella ricerca di soluzioni forse ci sarebbe qualche passo avanti. Più concreti a questo punto i commercianti del centro, che di Area C contestano il danno economico oltre che l’inutilità: venerdì decideranno manifestazioni di protesta, non è escluso il blocco dei tram.

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