Niente polemiche. La direzione dell'Asl ha deciso di non rispondere all'attacco del vicesindaco. «I Sert vanno chiusi» aveva annunciato l'altro giorno Riccardo De Corato, e in corso Italia che si dice? Nulla. O meglio: «Non vogliamo entrare nel merito di questa provocazione, se così si può chiamare» spiega il direttore sociale Davide Clerici. Parla di «legittimi giochi politici», «messaggi diretti a Roma per dare una scossa a certi progetti» il dirigente, niente di più. «La verità - continua - è che noi siamo tenuti per legge ad assicurare dei livelli di assistenza obbligatori e tra questi c'è anche la riduzione del danno». E come fare lo spiega anche l'Organizzazione mondiale della sanità: «Non ci siamo inventati noi di somministrare il metadone o la buprenorfina». Ma il Sert non è solo questo: «Facciamo prevenzione, prendiamo in carica chi è caduto vittima di una dipendenza e ci occupiamo anche della loro riabilitazione». E ancora: «Attraverso il nostro Osservatorio monitoriamo costantemente i consumi e i livelli di abuso in città per capire come dobbiamo modificare la nostra offerta». Il metadone? «Ormai serve a pochi: ogni tre tossicodipendenti solo uno è eroinomane, gli altri ora sono cocainomani». Cambia la droga e cambiano le terapie «e forse in pochi si rendono conto della velocità di queste mutazioni».
Quindi Clerici lancia un invito: «Chi ha dei dubbi sul nostro operato venga a vedere come lavoriamo, così si accorgerà che i Sert non sono luoghi di spaccio, ma al contrario, sia dentro che fuori i controlli sono molto alti e gli spacciatori girano alla larga». \- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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