L’assessore regionale Silvia Costa promette: «Entro 30 mesi 2.159 posti in più». Ma non bastano: solo RomaTre ha una popolazione di 40mila iscritti. Per gli studenti il letto è una pena capitale Roma in testa alla classifica delle città più care pe

Massimo Malpica

Più che esami e professori, a turbare i sonni degli studenti universitari di Roma è proprio la carenza di posti letto dove far riposare ingegneri, medici e avvocati del futuro.
Problema annoso, quello dell’emergenza abitativa nella capitale, che non risparmia naturalmente una categoria «debole» come quella degli studenti. Basta sfogliare una rivista di annunci immobiliari o le bacheche delle università romane per accorgersi del livello stellare dei prezzi, secondo l’Adisu regionale cresciuti, in Lazio, del 76% in 6 anni: in media si spendono 500 euro almeno per una stanza singola, e 350 se si sceglie di dividere la camera con qualcuno.
Solo per poche tasche, poi, il sogno di una casa tutta per sé: nella migliore delle ipotesi, i rari monolocali nei quartieri che circondano La Sapienza non costano meno di 800 euro al mese, e talvolta sono, sia come condizioni generali che come arredamento, ben al di sotto di standard accettabili. È quanto basta per assegnare a Roma il poco ambito titolo di città italiana più «cara» per gli studenti, oltre al primato per il maggiore afflusso di iscritti alle varie università capitoline. Seguono a distanza Siena, dove la camera singola costa in media 350 euro, Pavia (300) e Parma (255). Ma Roma, per l’appunto, sconta la «concorrenza» di una situazione abitativa delicatissima anche a livello residenziale. Per non parlare del risibile aiuto offerto al problema dalle «Case dello studente»: 120 posti letto disponibili per i 30mila iscritti di Tor Vergata significa un materasso ogni 250 persone. E anche a RomaTre la residenza universitaria è pressoché virtuale, con appena 70 posti disponibili per i 2.500 ottimisti studenti dei 40mila iscritti che hanno comunque fatto domanda.
Uno scenario sconfortante, che viene completato dalle alte provvigioni richieste dalle agenzie (quasi monopoliste per il mercato degli affitti) e dalla presenza nell’offerta di camere che si rivelano sottoscala e locali di fortuna, spacciati come spazi abitabili (e a caro prezzo) da proprietari o subaffittuari con pochi scrupoli.
In un quadro così cupo, le intenzioni dell’assessore regionale alla Scuola e al Diritto allo studio, Silvia Costa, sono certamente un raggio di sole. La Costa, infatti, intervistata dall’Adnkronos, ha annunciato grandi novità. Non solo l’ancora incerto Campus di Osteria del Curato e gli accordi per calmierare il mercato d’intesa con associazioni di inquilini, piccoli proprietari e Adisu, ma anche nuovi posti letto in tempi brevi: «Stiamo lavorando - ha spiegato - per dare concreta applicazione e attuazione alla legge 388 del 2000», che prevede tra l’altro forme di cofinanziamento e semplificazione nell’approvazione dei progetti relativi alle residenze. Ma, al dunque, i numeri - anche prospettici - restano poco risolutivi.

I «13 progetti» di cui parla la Costa hanno al centro la ristrutturazione dei residence di via De Lollis (358 posti letto) e di via De Dominicis (582 alloggi) e la realizzazione di una nuova casa dello studente per Tor Vergata (ne è prevista anche un’altra, ma a Cassino). Dunque, secondo l’assessore, nell’arco di due anni e mezzo a Roma «arriveranno 1.440 alloggi in più per un totale di 2.159 posti letto». Un raggio di sole, sì, ma anche una goccia nel mare.

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