Anna Maria Greco
da Roma
Soddisfazione per lalto profilo istituzionale del personaggio, attesa per le sue posizioni sulla giustizia. Giorgio Napolitano presidente della Repubblica e quindi capo del Csm appare alla magistratura come una garanzia di equilibrio, ma ci si chiede qual è il suo pensiero sulle questioni più scottanti per le toghe, applicazione della riforma Castelli in testa.
Ufficialmente, da palazzo de Marescialli, si alzano parole di apprezzamento e stima e tutte le correnti dicono di condividere il messaggio che ieri il vicepresidente ha letto al plenum, aprendo la seduta. Virginio Rognoni esprime «sinceri rallegramenti», «fervidi e calorosi auguri» e riconosce «meriti indiscussi, acquisiti nellarco di una vita spesa nellinteresse della Repubblica e degli ordinamenti democratici». I consilieri, aggiunge, sono «sicuri di avere in lui, come nel suo predecessore, lattento custode dellautonomia e dellindipendenza dellordine giudiziario, al servizio della giustizia, nellinteresse dei cittadini».
Pur essendo targato Ds, Napolitano sembra raccogliere consensi trasversali. Ben più convinti dellaltro candidato al Quirinale, Massimo DAlema. I vertici dellAnm esprimono «la certezza che la saggezza dimostrata nellarco di tutta la sua vita politica e istituzionale sarà di grande e sicura utilità per il nostro Paese».
Al Csm si parla di «continuità con Ciampi» e si ricordano competenza e misura con cui Napolitano fu ministro dellInterno. «È certo in grado di presiedere ottimamente anche il Csm - dice il togato di Magistratura indipendente Francesco Lo Voi -: ha sempre espresso rispetto per le funzioni della magistratura e per la separazione tra i poteri dello Stato e ha operato bene come ministro in un settore confinante alla giustizia come quello della sicurezza». Luigi Riello, togato di Unicost, è convinto che «saprà essere, come il suo predecessore, garante effettivo di una magistratura che vuol essere indipendente e terza rispetto agli interessi in gioco nel Paese e che sarà un presidente fuori dalla mischia, pur avendo una precisa identità politica». Giovanni Salvi, togato di Magistratura democratica, ne sottolinea lautorevolezza come presidente della Camera e ministro. «Questo passaggio - spiega - da Ciampi a Napolitano è pieno di tristezza per luscita di chi è stato un nostro importante punto di riferimento ma di grande gioia e aspettativa per il successore che sicuramente sarà garante dellindipendenza e dellautonomia della magistratura». Qualche riserva viene da Paolo Arbasino del Movimento per la giustizia, corrente in prima fila nella battaglia per cancellare il nuovo ordinamento giudiziario.
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