Una manciata di chilometri, e Riccardo Sarfatti sarebbe arrivato a casa: nella sua casa di Griante, sul lago di Como, per trascorre in famiglia lultimo fine settimana destate. E poi rituffarsi a Milano, nella passione e nelle asprezze della politica, e a svolgere il suo ruolo in una campagna elettorale che si annuncia lunga e difficile.
Invece, alluna e mezza di ieri notte, il lungolago di Tremezzo si trasforma nella rampa di una fine tragica per uno dei dirigenti più in vista del Partito democratico a Milano. Oscar Cabras, il coraggioso commis di cucina del Grand hotel Tremezzo che ha cercato di salvare Sarfatti, racconta i suoi ultimi istanti di vita senza aggettivi, senza emozioni apparenti, ma è il racconto di una morte terribile. «Avevo finito di lavorare - racconta Cabras ai cronisti della Provincia - e stavo chiacchierando con degli amici al bar quando abbiamo sentito uno schianto molto forte. Siamo corsi verso il lago, cera il guard rail sfondato e giù in acqua un automobile che galleggiava ancora. Il guidatore era riuscito ad aprire la portiera e chiedeva aiuto. Urlava che non riusciva a sganciare la cintura di sicurezza. Poi lauto ha iniziato a imbarcare acqua, allora lui ha chiuso la portiera. Io mi sono lanciato, in qualche bracciata ho raggiunto la macchina. Ma ormai stava affondando, la pressione dellacqua impediva di aprire lo sportello. Ho provato tre, quattro volte. Ma non cè stato niente da fare. Ho dovuto rinunciare. Lultima cosa che ho visto è stata lauto che sprofondava nel nero del lago».
Gli allarmi partono immediatamente, nella notte. I vigili del fuoco arrivano subito e iniziano a lavorare, anche se ogni minuto che passa le speranze di salvare loccupante della Bmw si assottigliano e si spengono. Intanto, le correnti trascinano la vettura a una distanza considerevole dal punto in cui è precipitata in acqua. Allalba lautomobile viene finalmente individuata dai sommozzatori a venticinque metri di profondità e riportata in superficie.
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