L’AZIENDA 4 GALLUCCI

Circa cinquecento modelli allineati diligentemente su mensole che corrono lungo tutto il perimetro dello stand Gallucci Shoes a Pitti Bimbo: un paradiso dedicato a bambini e bambine da zero a quindici anni che scoprono fin dalla più tenera età il piacere di calzare scarpe con la S maiuscola. L'azienda di Monte Urano in provincia di Fermo ha, infatti, una storia di oltre 55 anni e un know how molto specifico proprio nella calzata infantile. Agli inizi produceva scarpe correttive che esigevano il massimo della competenza. Col tempo però ha abbandonato questo genere di prodotto per dedicarsi a una calzatura morbida e flessibile se pure con una solida tenuta del piede.
Oggi Gallucci è espressione di piccola azienda e nello stesso tempo di grande qualità. «Le nostre scarpe sono fatte a mano con la totale dedizione dei nostri artigiani», sottolinea con orgoglio Carlo Del Turco, direttore commerciale di un marchio che vende 150 mila paia di scarpe all'anno nelle più belle boutique del mondo, da Parigi a Londra, da Tokyo a New York. L'anno scorso è stata anche la volta del primo flagship store inaugurato a Milano in via Borgospesso. Un orgoglio ampiamente giustificato dal fatto che ogni scarpa Gallucci parla di made in Italy, della nostra cultura e del nostro savoir faire. Insomma quando hai tra le mani una piccola scarpina da neonata o uno stivaletto da adolescente, la sensazione è la stessa: un oggetto curato nei minimi dettagli, impossibile da confondere con qualsiasi prodotto fatto in altri paesi a basso costo. «Il nostro successo è anche dovuto alla politica ragionevole dei prezzi e alla nostra volontà di non accelerare sulla quantità. Vendiamo perché garantiamo la qualità e non perché abbiamo un logo», aggiunge Del Turco mostrando per il prossimo autunno-inverno due proposte irresistibili: lo stivaletto da equitazione per la bambina in cuoio tamponato a mano foderato in pelle di capra e quello stile Beatles per il bambino in vitello tamponato a mano e la rifinitura «harold» che gli conferisce un'allure molto british.

«Siamo molto attenti anche alla traspirazione e per questo non solo usiamo pellami a concia vegetale e non trattati con cromo esavalente così nocivo per la salute, ma li foderiamo con materiali porosi come la pelle di capra e il vitello».