L’azzurro Scandroglio da Gubbio: «Non si può stare nel Pdl a metà»

«Uniti si vince, divisi si perde»: non è La Palisse che parla, ma l’onorevole Michele Scandroglio, coordinatore regionale di Forza Italia, che ha guidato la delegazione degli azzurri a Gubbio per l’incontro della Scuola di formazione, ma non ha perso nemmeno per un istante il contatto con quello che succede in Liguria. Come, tanto per dire, la riunione di ieri degli Arancioni di Sandro Biasotti (ne trattiamo diffusamente qui accanto) cui Scandroglio invia il messaggio solo apparentemente lapalissiano, in realtà estremamente concreto. Difatti: «Quello che vorrei ribadire, con molta serenità - dichiara Scandroglio - che sul territorio abbiamo già avuto prova di cosa significhi la divisione delle risorse che porta inevitabilmente alla sconfitta». Puntuale il riferimento a quanti si riconoscono nella proposta politica del Popolo della libertà, ma nello stesso tempo preferiscono mantenere l’autonomia, identificabile, in particolare, ma non esclusivamente, con una struttura e un simbolo ufficiale. A questo proposito il coordinatore regionale di Fi richiama le varie fasi del percorso che porterà alla formazione del popolo della libertà: «Il cammino è tracciato - precisa Scandroglio -. Mi rendo conto della legittima prudenza di Biasotti e di quanti hanno questioni interne da considerare e ritengono di voler mantenere al momento una propria identità. Mi rendo anche conto, ovviamente, che non si chiede a nessuno di annullarsi domani mattina. Ma è anche vero, e mi sembra opportuno ribadirlo in modo chiaro e forte, anche a costo di passare per un novello La Palisse, che gli Stati generali di novembre e le tappe che seguiranno verso il Pdl necessitano di una consapevolezza unitaria». Insomma: se si annullano Forza Italia e Alleanza nazionale - è la sintesi del pensiero di Scandroglio, ma non solo di Scandroglio - per formare il Popolo della libertà, non si vede perché gli altri partiti e movimenti che si riconoscono nel Pdl non facciano, anche formalmente, altrettanto. Senza polemiche o frizioni, per carità, ma solo per chiarezza.
Nel frattempo, arriva l’adesione al percorso verso il Pdl da parte della sezione genovese Movimento dei Popolari Liberali che hanno tenuto la prima riunione presieduta dall’ex assessore regionale della giunta Biasotti, Vittorio Adolfo, in qualità di responsabile regionale. Hanno preso parte all’incontro anche l’ingegner Donatella Mascia, responsabile provinciale, e l’architetto Alessandro Casareto, responsabile metropolitano. Numerose, nella circostanza, le presenze di persone del mondo accademico, scientifico, industriale e professionale, «destinate - fa sapere una nota del movimento che a livello nazionale si riconosce in carlo Giovanardi - a costituire i quadri dirigenti sul territorio genovese».
Temi, del resto, che sono stati trattati in qualche modo, più in generale, nel corso della «Scuola» degli azzurri a Gubbio, dove la delegazione proveniente dalla Liguria si è manifestata come la più numerosa e certamente anche una delle più «partecipative». In tutto, i liguri che si sono trasferiti con i vari mezzi in Umbria sono stati quasi un centinaio, una sessantina dei quali si sono poi fermati per una sorta di «cena regionale», ospiti dello stesso Sacndroglio. Presenti, fra gli altri, i parlamentari Enrico Musso, Roberto Cassinelli e Franco Orsi, i consiglieri regionali Luigi Morgillo e Matteo Rosso, e Raffaella Della Bianca, capogruppo nella Sala rossa di Tursi, con il consigliere Giuseppe Costa.

È quest’ultimo a sottolineare, come già Scandroglio, l’apporto all’approfondimento degli argomenti da parte del ministro Claudio Scajola «che ha sviluppato un intervento di altro profilo istituzionale e politico», insistendo sulla specificità del Pdl, «non partito di destra, ma in posizione centrale come il Partito popolare europeo».

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