Bruno Ferrante non è tra quelli che non vorrebbero ritrovarsi Dario Fo sulla poltrona di assessore allEdilizia. Laspirante sindaco del centrosinistra sa che Dario Fo non è un moderato, anzi. Conosce bene quali sono i paletti posti sul fronte infrastrutture e territorio dal suo ex competitor alle primarie dellUnione, tutti con un comune denominatore: frenare lo sviluppo della Milano del futuro
Si va dallopposizione «allattuazione di progetti speculativi, a partire da quelli già approvati nellarea dellex Fiera Campionaria e nel quartiere Isola, e a quelli previsti nelle ex stazioni ferroviarie» alla guerra «contro il proliferare dei parcheggi nel centro cittadino, creando lungo la cintura esterna isole di scambio per le merci e per il milione di auto di chi tutti i giorni entra ed esce dalla città».
Ma allassemblea di Assimprendil, Bruno Ferrante, dietro domanda, fa sapere che «è unidea» affidare a Fo la poltrona più alta dellassessorato allEdilizia. Boutade dellex inquilino della prefettura, che vorrebbe governare Milano insieme al Nobel di cui si è dichiarato «ammiratore da quando aveva quindici anni». Quel Nobel che si propone «come uomo del cambiamento» e che, attenzione, vuole un taglio netto col passato ovvero «ricostruire la città dalle macerie» perché «hanno distrutto anche il verde che cera, lhanno rubato ai cittadini per fare le loro lottizzazioni che rispondono ai loro interessi». Uscita mai biasimata da Ferrante, che considera «unidea» avere Fo allassessorato allEdilizia troppo «maltrattato da Milano e addirittura estromesso dalla vita della città».
Outing di troppo sapendo che il Nobel su «traffico e inquinamento, abbandono delle periferie, privatizzazione dei beni comuni, precarietà del lavoro» e, naturalmente, «casa» impone «una radicale inversione di tendenza». In che modo? «Evitando che questi problemi non cadano sotto il controllo e la gestione dei poteri forti che possono condizionare anche la nuova giunta».
Tutto chiaro? Tavoli, tavoli e, ancora, tavoli. Quelli che tanto piacciono allex prefetto e pure al candidato assessore Fo «figura da valorizzare in maniera compiuta» chiosa Ferrante. Boutade a parte.
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