L’elisir di lunga vita? In mano alle donne

L’elisir di lunga vita? In mano alle donne

In un periodo in cui tutto appare nero questa notizia appare decisamente confortante, o forse no; secondo quanto si evince dai dati Istat, l’Italia è un paese per vecchi. Negli ultimi 20 anni il numero di chi supera gli 80 anni è aumentato del 150%.
Ciò significa che noi italiani non dobbiamo lamentarci troppo, perché evidentemente tanto male nel nostro paese non si sta e che dobbiamo stare attenti alle etichette facili visto che un uomo o una donna non possono essere ritenuti «vecchi» fino a che non abbiano raggiunto gli 80 anni. Sì, perché ciò che più colpisce analizzando i dati Istat è che in Italia vivono ben 16.145 persone che hanno più di 100 anni e di queste 13.040 sono donne, mentre gli uomini (poveretti!) solo 3.105.
Il lento ma progressivo fenomeno dell’ultra-invecchiamento delle popolazioni interessa tutti i paesi sviluppati, in particolare l’Europa e l’Asia., tanto che i demografi hanno stimato che nel futuro la soglia dei 110 anni verrà superata da così tanti individui, da non venir più considerata eccezionale. Pare addirittura che il limite potenziale della specie umana possa raggiungere i 120 anni: per questo motivo un sessantenne si può considerare quasi un ragazzo.
Sempre secondo i dati Istat, in Italia gli individui centenari sono più numerosi nel Nord-Ovest (4.190). La Lombardia ne conta 2.243, dei quali 245 sono maschi e 1.998 femmine. Un segnale che nella Regione non si respiri poi aria malsana e che il livello dei servizi sanitari sia molto buono. In particolare, nel capoluogo lombardo ne vivono 815, mentre nella provincia di Bergamo sono 175 (15 uomini e 158 donne).
Il deciso miglioramento della condizioni economiche, sociali, di stile di vita, accompagnato alle scoperte compiute dalla scienza ha fatto sì che la lancetta della speranza di vita umana si sia spostata decisamente avanti, tanto che anche il Servizio Sanitario Nazionale si è dovuto mettere al passo, adattando la rete dei servizi offerti, accrescendo per questo la spesa sanitaria. Ma questa è l’unica nota dolente di un fenomeno che sta crescendo stabilmente e che è oggetto dell’interesse di diversi studiosi.
Ma qual è la ragione che assicura a sempre più persone una vecchiaia serena e longeva? Sicuramente fondamentali sono condurre una vita sana, attiva, ricca d’interessi e di affetti, una giusta e bilanciata dieta ed una costante attività fisica, ma va da sé che accanto a condizioni socio-economiche e familiari ottimali, bisogna anzitutto possedere un buon codice genetico. Una ricerca compiuta su individui ultracentenari ha evidenziato come i soggetti esaminati avessero goduto d’ottima salute fino a 90 anni ed una volta superata la soglia dei 100, ben un terzo continuasse a mantenerla ed a essere autosufficiente.

Godere di buona salute fa sì che l’individuo non perda il buonumore e che la vita affettiva sia serena.
Si sta cercando d’individuare la variante genetica, che permette ai centenari di vivere in buona salute. Ma si tratterebbe di scoprire «l’elisir di lunga vita», non certo quello «della giovinezza».

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