Manocchio Claudio, montaggio arredamenti.
«Ancora! Mi avete fatto arrabbiare, a me e a mia moglie. Che centra il nome mio messo lì su un giornale importante, io non so niente ho fatto solo un lavoro!».
Lei deve essere il Raffaello dellimbiancatura per essere scomodato da Rosciano, Pescara, fino a Roma, nella casa di via Merulana 99 (nella foto).
«E infatti forse è così, ho lavorato in tutto il mondo, chieda in giro di me. Avranno visto come lavoro, forse in quel periodo lì avevo fatto delle cose a Roma, hanno visto come lavoro e mi hanno chiamato».
Ma chi, Di Pietro?
«Ma io... Guardi non mi ricordo, ma sono stato contattato da unaltra persona e solo dopo ho saputo di chi fosse la casa».
Sì, al momento della fattura, intestata allItalia dei Valori, sede di Busto Arsizio.
«Io quella fattura neanche me la ricordavo. Comunque manca qualcosa da lì, forse lo avete cancellato voi».
Non abbiamo cancellato un bel niente. Perché?
«Perché io di solito, nell80% dei casi, mettevo sulla fattura il metodo di pagamento, assegno, cash, bonifico o quello che è. Lì invece non cè».
Forse non lha scritto.
«Strano, di solito lo scrivevo sempre».
Ma come fu pagato?
«Le dico che non mi ricordo. Forse un assegno ma non so, non mi faccia dire delle cose che non so, guardi. Ma dico io, mi sono svegliato stamattina alle 7 col mio nome in prima pagina!»
Abbia pazienza, una domanda.
«Siamo una delle poche famiglie oneste rimaste e voi ci dite queste cose. A me a Rosciano mi conoscono tutti».
Non se la prenda. Solo unultima domanda. Ma solo 13 fatture in un anno?
«Io quello che dovevo dirle glielho detto. Del resto non so niente.
Che fa ora signor Manocchio?
«Il giardiniere. Ora non mi disturbate più, se cè bisogno mi farò vivo io!».
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