Cronache

Dopo l’esercito e l’Arma il generale sceglie di fare il top manager

Comandante dei Carabinieri per due anni, Guido Bellini oggi è presidente della Selex communications, attiva nel mercato della sicurezza e della difesa

Dopo l’esercito e l’Arma il generale sceglie di fare il top manager

Riccardo Re

Un generale, un comandante e un presidente. Tutto nel passato e nel presente di una sola persona. Questa è la storia della vita di Guido Bellini, che inizia in provincia di Lecce, a Monteroni, 67 anni fa, ma che da lì, passando per Genova e la Liguria, ha toccato i vertici delle più importanti cariche istituzionali, raggiungendo una fama e un prestigio di caratura internazionale.
È lui, infatti, l'ultimo comandante generale dei Carabinieri proveniente dal mondo militare, capace di guidare l'Arma dal 2002 al 2004, ma è sempre lui, l'uomo che, appesa l'uniforme al chiodo, ha preso le redini di una società come Selex communication, che tra i vari insediamenti in tutto il mondo, trova in Liguria un centro fondamentale per l'economia regionale. Un tenente e un generale dell'Esercito dunque, ma anche un comandante dell'arma dei carabinieri nonché il presidente di una florida azienda che si distingue nel mondo, proprio all'interno del mercato della sicurezza e della difesa.
«Io sono “solo” il presidente - precisa al Giornale, Bellini - e sono “solo” un ingegnere civile e non elettronico, non sta a me prendere decisioni tecniche specifiche». Ma che il suo passato faccia di lui un presidente-consulente, è Bellini stesso ad ammetterlo: «È evidente che io conosca il mondo militare da vicino e conosca molti dei materiali e delle attrezzature utilizzate negli eserciti e che di conseguenza conosca certe esigenze…».
Impossibile d'altra parte sarebbe il contrario, la vita di Bellini viaggia in parallelo con l'ascesa della sua carriera militare. Già la formazione è in divisa: accademia militare di Modena, scuola di applicazione a Torino e laurea in Scienze Strategiche. La carriera è un’escalation: tenente, poi generale, comandante di importanti brigate, servizi in varie unità operative del Genio per poi diventare anche sottocapo di stato maggiore dell'esercito, nonché capo dello Stato Maggiore della Difesa. La sua nomina a comandante dei carabinieri è stata fatta sotto la presidenza della Repubblica di Carlo Azelio Ciampi su proposta dell'ex ministro della Difesa Martino, dopo, ovviamente, un consulto con il capo di Stato Maggiore. Ma è dalla sua esperienza di capo ufficio ricerche e studi dell'esercito, dall'85 all'89, che Bellini ha cominciato a viaggiare conoscendo quelle realtà aziendali direttamente sul territorio, che oggi, nella sua nuova veste, porta come prezioso bagaglio. E proprio in quel periodo, il duro Bellini non nasconde di aver incominciato ad affezionarsi alla Liguria: «Sono molte le amicizie nate in quegli anni, molte le società liguri che ho iniziato a conoscere e ancora oggi vengo a Genova con piacere, per visitare terra e vecchi amici, Remo Pertica, celebre ingegnere della Marconi su tutti». Ma a rafforzare l'attaccamento tra Bellini e la nostra regione, sono anche motivi professionali perché «Selex è legata alla Liguria, perché qui, Selex, rappresenta lo sviluppo di quello che è stata la Marconi e io provo profonda ammirazione per ciò che è stata questa grande azienda».
Insomma, racconti attraverso cui Bellini sorvola i lunghi anni, dal passato al futuro, modestamente noncurante delle molteplici e diverse cariche che è riuscito a ottenere. Per nulla sorpreso, come se tutto fosse nella logica linearità di ogni carriera, come se ben poco fosse cambiato nella sua vita. Tutto praticamente scontato, e poi, in fondo, egli stesso afferma che «non tutto è così diverso, perché sebbene ci siano differenti mentalità, sia in esercito sia in azienda, in entrambi ci deve essere una ben chiara struttura gerarchica, anche se, in una società ci sono organizzazioni specifiche, suddivise in funzioni coordinative e operative». E proprio la sua capacità manageriale più ancora del suo passato militare è quello che Bellini ritiene lo abbia fatto diventare presidente di Selex. «Perché se si riesce a gestire un'organizzazione complessa come l'Arma dei Carabinieri, si può imparare a gestire anche un'azienda».

C'è da credergli.

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