L’estorsione dei sindacalisti: «Mazzette o scioperiamo»

Hanno minacciato quattro società lombarde che si occupano, in appalto, di pulizia di treni diretti in tutta Italia, e di stazioni: se non li avessero pagati con regolari mazzette avrebbero fatto scioperare o entrare in stato di agitazione i lavoratori con l’effetto di lasciar sporchi i convogli. Per questo motivo un segretario nazionale aggiunto del sindacato Salpas (Sindacato autonomo lavoratori partecipate appalti servizi F.S., aderente all’Or.S.A., l’organizazione sindacati autonomi). è stato arrestato dalla polizia ferroviaria, mentre un altro segretario nazionale aggiunto e un tecnico della segreteria nazionale sono stati denunciati; anche una quarta persona che si spacciava per un ispettore di qualità delle Fs è finita in manette.
L’operazione, denominata «Treni puliti» è stata portata a termine dalla Polfer dopo che alcune ditte si erano rifiutate di pagare e si erano rivolte alla sicurezza aziendale che subito ha avvisato le forze dell’ordine. L’Orsa ha «immediatamente preso le distanze» dalle persone coinvolte e dalla vicenda, mentre, durante la conferenza stampa svoltasi ieri in questura, un funzionario delle Ferrovie dello Stato ha precisato che «il management del gruppo mette al primo posto la trasparenza e la correttezza nell’erogazione dei servizi».
Secondo quanto spiegato dall’ispettore capo Angelo Laurino e dal dirigente della Polfer Francesco Costanzo questo giro di estorsioni e minacce andavano avanti da tre anni per un giro di circa 150mila euro complessivi: i tre sindacalisti avrebbero agito, abitualmente, in fase di rinnovo di appalto. Per evitare che i dipendenti incrociassero le braccia - in conseguenza a ritardi nei pagamenti di stipendi e straordinari, cosa che può capitare in fase di subentro di un’azienda all’altra - si facevano dare anche 5mila euro al mese. Altrimenti avrebbero potuto «sobillare» i 300 iscritti in regione, inconsapevoli del vero motivo delle proteste sindacali.
Pasquale Maio di 46 anni, segretario nazionale aggiunto del Sindacato autonomo lavoratori partecipate appalti servizi, il Salpas aderente all’Orsa, è stato arrestato con 10 mila euro in mano alla stazione di Milano Rogoredo, mentre con 2.000 euro è stato preso davanti alla Stazione Centrale del capoluogo lombardo il sedicente ispettore di qualità, Walter Di Bona, di 43 anni, che pretendeva 800 euro al mese per evitare controlli sulle pulizie eseguite. Ad entrambi sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Una «brutta pagina» per le imprese, «che hanno accettato di essere ricattate» e per il sindacato, che «dovrebbe rappresentare i lavoratori», ha commentato l’ad di Fs, Mauro Moretti. «Per le Ferrovie c’è un doppio danno - ha aggiunto il manager - e per questo ci costituiremo parte offesa sia contro le imprese sia contro queste persone. È brutto che un sindacato come l’Orsa non abbia avuto gli strumenti per capire cosa stava accadendo. Eppure c’erano tutti i presupposti».
In merito al coinvolgimento del Salpas, il Gruppo Fs ha annunciato in una nota che «si costituirà parte offesa sia contro i sindacalisti dell`organizzazione affiliata all`Orsa, sia contro le stesse ditte di pulizia che, nel corso degli anni, hanno taciuto adeguandosi a tale sistema e omettendo di denunciare tali gravissimi fatti al Gruppo FS e alle autorità competenti».

Una decisione presa in considerazione del «grave danno sia sotto il profilo economico sia dell’immagine» subito dai lavoratori, dal Gruppo e dai «suoi clienti che, attraverso queste azioni criminose, sono stati fortemente penalizzati nella qualità del servizio ricevuto».

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