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L’Europa carica Mancini: «E manca ancora Figo...»

Il portoghese debutterà questa sera in nerazzurro per 45’ al San Paolo

nostro inviato a Donetsk
Scusi Mancini, ma si aspettava un’Inter così convincente?
«Mi aspettavo comunque una squadra che giocasse bene. Pensavo che saremmo partiti forte per poi calare alla distanza, invece abbiamo iniziato lentamente e siamo usciti bene nel secondo tempo. A livello fisico siamo andati oltre ogni più rosea aspettativa. Certo, qualcuno è ancora indietro, ma ero convinto che l’Inter avrebbe giocato bene».
Sorprendente la scelta di Julio Cesar in porta al posto di Toldo.
«Ho apprezzato il brasiliano in Inghilterra con 4 partite ravvicinate. È stata una scelta giusta che purtroppo penalizza Toldo ed è un peccato che uno dei due debba subire. Ma avere due portieri bravi è un grande vantaggio, anche se il portiere è l’unico che deve giocare più degli altri».
Toldo fuori causa, quindi?
«Nello scorso campionato Francesco era rientrato e aveva fatto un grande finale di stagione, ma è difficile dire chi può dare di più o di meno. Julio Cesar è giovane, è motivato, vuole la maglia della Seleçao. Anche se durante la stagione le cose possono cambiare. Quanto alla scelta, alla vigilia ho detto una bugia, perché ho deciso poco prima della partita. L’unico dubbio era che Julio non giocava da 6 mesi, prima della tournée in Inghilterra.
Solari è andato così così.
«È ancora indietro nella preparazione, lo sapevo. Deve ritrovare la velocità che ancora non ha. Col Real ha sempre fatto una preparazione diversa, subito le partite. Con noi è diverso. Anche Figo si sta allenando, è indietro. Gli farò fare 45 minuti nel trofeo Moretti, ma penso che non sarà il vero Figo fino a metà settembre. Pure Samuel è indietro nella preparazione a causa dell’operazione al naso. Ma col Materazzi che mi ritrovo non ho ansie di inserimento. Farlo giocare subito sarebbe peggio per lui».
Quindi per Figo niente Juventus in Supercoppa?
«È difficile che ci sia, meglio che giochino quelli che si stanno preparando da un mese, quelli che hanno vinto la coppa Italia. Un giusto e meritato premio per loro».
Ma quella vista contro lo Shakhtar potrebbe già essere considerata la formazione base?
«Con gli ucraini ho scelto la formazione più logica, solida ed equilibrata, con Solari-Stankovic e Ze Maria-Stankovic come esterni. Questo è il modulo migliore, ma anche altre soluzioni sono possibili, bisognerà provarle, anche se mi sembra impossibile rinunciare al duo Adriano-Martins. Lo scorso anno gli esperimenti erano inevitabili, oggi siamo avanti di 4 mesi rispetto ad allora».
Vedremo mai insieme Veron e Pizarro, due belle teste pensanti?
«In amichevole col Bordeaux hanno fatto bene in fase di possesso palla, soffrendo un po’ perché indietro fisicamente. Dipenderà da cosa riusciremo a provare, anche se un incontrista tra Cambiasso e Cristiano Zanetti può garantire loro maggiore tranquillità e permettere di spingere in fase offensiva. Comunque Veron e Pizarro sanno anche recuperare e contrastare».
Sorprendente questo Pizarro.
«Quando è entrato è stato straordinario, dove è lui va la palla; è sempre nella posizione giusta, ha la calamita nei piedi. È piccolo, ha poca forza e deve migliorare nei contrasti».
Adesso arriva il bello: la coppia Adriano-Martins.
«Hanno fatto bene insieme lo scorso anno, sono giovani, escono insieme la sera (e giù una bella risata, ndr), miglioreranno. Presto saranno tra i più forti del mondo e Martins può davvero pensare al Pallone d’oro. Ha una velocità incredibile, sta migliorando nella tecnica e nello smarcamento. Segue ancora l’istinto che, in certe occasioni, è un autentico vantaggio».
Nel ritorno, niente tifosi a San Siro squalificato. Massimo Moratti si è detto preoccupato.
«Sarà una serata strana, ma il 2-0 ci dà un bel vantaggio. E poi i vari Figo, Solari e Samuel hanno già provato una simile esperienza senza pubblico».
E il 20 agosto c’è la sfida con la Juventus.
«La Supercoppa è come una finale, a Torino andiamo per vincere».
Se darà spazio a chi ha vinto la coppa Italia, ci sarà Toldo tra i pali?
«Perché no.

Comunque questa è l’ultima volta che parlo di Toldo, non voglio farlo diventare un tormentone».

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