L’ex legale di Stasi: «Troppi errori e prove inquinate»

«Gli inquirenti non sanno dove andare a parare» e «hanno inquinato irrimediabilmente la scena del delitto» di Garlasco. Parla e accusa, l’avvocato Giovanni Lucido, a dieci giorni dalla revoca del mandato in base al quale, assieme alla figlia Eleonora, assisteva Alberto Stasi, unico indagato per l’omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi. Del resto, afferma il legale, gli inquirenti «hanno sbagliato qualche mossa» per una scelta precisa: «non indagare Alberto Stasi se non una settimana dopo il delitto, nella speranza che crollasse interrogandolo come persona informata sui fatti». Ma «tecnicamente avrebbero potuto fermarlo immediatamente: è stato l’ultimo a vedere viva Chiara Poggi e il primo a trovarla cadavere». Ora che è stato sostituito dal professor Angelo Giarda di Milano e dall’avvocato Giuseppe Giulio Colli di Vigevano, l’avvocato Lucido si può togliere qualche sassolino dalle scarpe: «Le mie - attacca - hanno suole lisce, diversamente da quelle di chi ha inquinato la scena del delitto con le sue impronte.

Troppe persone sono state nella villetta dei Poggi senza autorizzazione e senza le dovute cautele per preservare la scena del delitto: i carabinieri, che si muovono in cinque alla volta, gli uomini del 118, gli operatori che hanno prelevato il corpo di quella povera ragazza, persino i pm».

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