«L’ho prescritta 250 volte È molto più economica»

Di solito sono madri che rifiutano il terzo figlio

All’ospedale di Pontedera, il primo ad adottare la Ru 486 in Italia senza sperimentazione già nel novembre 2005, Massimo Srebot, primario di ginecologia, è uno strenuo sostenitore di questa tecnica.
Perché professore?
«È meno traumatizzante di un intervento chirurgico ed è molto più economico».
In che termini?
«Il costo di un aborto chirurgico si aggira intorno agli 800 euro, quello coi farmaci costa 70-80 euro».
Quante volte ha usato la Ru 486?
«In 250 casi».
Risultati?
«Ottimi. Solo nel 3% dei casi siamo intervenuti con un’aspirazione perché il feto non è stato espulso».
Qual è il profilo della donna che preferisce la pillola abortiva?
«Italiana e madre di famiglia. Solitamente si rifiuta la terza gravidanza».
Perché?
«Sono donne che non ce la fanno, non hanno i mezzi economici necessari, il sostegno sociale è spesso insufficiente. Per questo rinunciano».
Non si sono presentate ragazzine?
«Assolutamente. Non è un percorso facile: per una donna abortire non è acqua fresca».
I cattolici sono contrari a questa tecnica.
«Quando una donna vuole abortire lo fa con ogni mezzo.

Se noi non offriamo la pillola monitorata in ospedale, chi la vuole se la comprerà su Internet».
Lei è al corrente di aborti fai da te?
«Non direttamente. Colleghi mi hanno segnalato casi di aborto col Cytotec, un antiulcera. E nelle comunità cinesi sembra circoli già l’Ru taroccata».

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