L’imprenditore assassinato aveva solo 400 euro in cassa

Domani l’autopsia E il rapinatore col Pm si avvale della facoltà di non rispondere

Ucciso per 400 euro. Questa la cifra ritrovata nella cassaforte della Te.Com di Viterbo dagli uomini della mobile nel sopralluogo svolto su mandato del pm Paola Conti che indaga sull’omicidio del titolare della società, l’imprenditore David Paternollo. Il 54enne è stato ucciso venerdì mattina da Michele Pellecchia, 45 anni, usciere del comune di Viterbo, che intendeva svaligiare la cassa dell’azienda, con un colpo di pistola al cuore. Oltre ai pochi contanti, nella cassaforte la polizia ha rinvenuto anche assegni ed effetti bancari.
Ieri il rapinatore, originario di Torre del Greco, ha fatto irruzione, armato, all’interno dell’azienda di formazione, minacciando la moglie di Paternollo con la pistola e intimandole di consegnarle l’incasso. La vittima, però, è arrivata in quel momento avventandosi su Pellecchia. Nel corso della colluttazione il rapinatore ha sparato quattro volte, e uno dei proiettili ha colpito al petto l’imprenditore, che si occupava anche di compravendita di beni da fallimenti e di restauro di immobili.
Inutili i soccorsi per l’uomo che, trasportato d’urgenza all’ospedale di Viterbo, è morto pochi minuti dopo il ricovero. Domani mattina il medico legale riceverà l’incarico dal pm Conti e quindi, nell’obitorio dell’ospedale, eseguirà l’autopsia sul cadavere di Paternollo per accertare il percorso del proiettile. Secondo il personale medico che ha tentato invano la rianimazione e stando all’esame esterno del medico legale che ne ha stabilito il decesso, la causa della morte sarebbe appunto una ferita fatale al cuore.


Intanto l’autore dell’omicidio, Michele Pellecchia, che in questura aveva sostenuto che i colpi fossero partiti in maniera accidentale, nell’interrogatorio con il pm di ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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