(...) e, ancora di più, rispetto a Stefano Zara, ulivista della prima ora, e Mario Margini, assessore diessino ed esponente di spicco dellapparato della Quercia.
Le cifre parlano chiaro (come si vede anche dalla tabella riportata sopra): per quanto riguarda la domanda che voleva sondare le intenzioni di voto ai vari candidati, Biasotti stravince il confronto con Margini e con Zara, mentre si difende egregiamente contro Supermarta, facendo intuire che un eventuale confronto diretto potrebbe portare dritti al secondo turno. Per una corretta lettura dei dati, infatti, bisogna tenere conto che lopinione pubblica ha appreso da tempo la volontà di Marta Vincenzi di scendere in campo, mentre è altrettanto nota (e ribadita anche di recente) lintenzione di Biasotti di astenersi dalla competizione per dedicarsi alle regionali 2010. E questo non può non aver pesato sul giudizio dei potenziali elettori, in particolare su quel 15 per cento circa di «non risposte» che potrebbero convergere, almeno in buona parte, sullex governatore della Liguria se «ritirasse il ritiro».
Lo confermano, indirettamente, le risposte fornite al quesito sulla notorietà: Biasotti risulta conosciuto dal 93 per cento degli intervistati, mentre la popolarità di Marta Vincenzi, pure molto alta nei confronti degli altri competitori del centrosinistra, si ferma all87 per cento. Si difende bene, piuttosto, il poeta Sanguineti che si mette in tasca il 60 per cento in quanto a notorietà e il 23-25 per cento circa di consensi nelle intenzioni di voto alle primarie dello schieramento di centrosinistra.
Devono leccarsi le ferite invece Zara e, soprattutto, Margini: il primo, che era entrato in parlamento conquistando trionfalmente il collegio 10, è stato stoppato dai suoi stessi sponsor per la riconferma alle elezioni politiche di questanno, e nel sondaggio arriva a toccare appena il 40 per cento di notorietà e il 16 per cento alle primarie. Peggio ancora Margini, che il vertice dei Ds preferirebbe decisamente come successore di Giuseppe Pericu: 24 per cento di notorietà, 13 per cento alle primarie.
Impietosa anche la replica alla domanda, rivolta al solo ambito del centrosinistra. «A prescindere dalle sue preferenze - questo il quesito rivolto da C&C Research, come spiega il direttore Luca Sabatini nel presentare i risultati del sondaggio al Jolly Hotel Marina - chi sarà secondo lei il futuro candidato del centrosinistra alla carica di sindaco?», gli intervistati rispondono: Vincenzi 50,8 per cento, Sanguineti 10,9, Zara 9,5, Margini 8,2, indecisi 20,6.
Candidati potenziali a parte (compresi gli autocandidati o quelli che magari vorrebbero, tipo «mai dire mai», ma ufficialmente si chiamano fuori), una ulteriore considerazione si presta a «interpretazioni molto approfondite», come sottolineano i professori Giorgio Sola e Stefano Monti Bragadin che hanno commentato la ricerca. E riguarda, in particolare, le «Intenzioni di voto alle coalizioni».
Qui il centrodestra dimostra di recuperare notevolmente rispetto alle amministrative del 2002 e alle politiche di questanno. Domanda schematica: «Alle prossime elezioni amministrative, pensa di preferire uno dei partiti della coalizione di centrosinistra o uno dei partiti della coalizione di centrodestra?». Gli intervistati hanno risposto: voterò centrodestra, 46 per cento (alle politiche era stato il 39,1, alle amministrative il 36,4); voterò centrosinistra, il 54 per cento (nel 2006 il 60,9, nel 2002 il 59,1).
«A distanza di circa sei mesi dalle elezioni - aggiunge Sabatini - gli equilibri politici appaiono saldamente strutturati. La coalizione di centrosinistra otterrebbe un consenso minore rispetto sia alle scorse amministrative sia alle politiche. Il particolare momento di sofferenza del centrosinistra si manifesta, dunque, in maniera evidente anche dalle intenzioni di voto alle coalizioni: lappeal dichiarato scende infatti di circa 5-6 punti percentuali rispetto alle due tornate precedenti».
Aggiunge Sola: «Si può riflettere, sulla base dei dati complessivi della ricerca, se i favori conquistati da Biasotti e Vincenzi non siano per loro paradossalmente controproducenti», in grado cioè di indurre gli oppositori nei rispettivi schieramenti ad avvertire il pericolo e serrare ancora di più le file per imporre altri candidati. Ma questa, si capisce, è tutta unaltra storia.
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