L’indiscrezione «Anche Paolo VI sapeva degli abusi»

«Anche Papa Paolo VI fu messo al corrente di casi di abusi sessuali ad opera di sacerdoti americani». Lo sostengono i legali delle vittime di abusi in California, citando una lettera, che risale al 1963, inviata dal Reverendo Gerard M.C. Fitzgerald, capo dell’ordine dei Servi del Paraclito. Lo ha scritto il sito web dell’emittente americana Abc. La missiva fu inviata da Fitzgerald dopo una visita in Vaticano, durante la quale Papa Montini chiese la sua opinione sui problemi della Chiesa oltreoceano. Nella lettera Fitzgerald avrebbe raccomandato al Papa la rimozione di alcuni preti pedofili dagli incarichi.
Il reverendo Fitzgerald, morto nel 1969, aveva fondato nel 1947 l’ordine dei Servi del Paraclito specializzato nell’assistenza ai sacerdoti che non erano più in grado di svolgere la loro missione a causa di gravi problemi personali. Il primo centro per l’assistenza ai sacerdoti era stato creato a Jenez Springs, nel New Mexico. Forte della sua esperienza, secondo la Abc Fitzgerald aveva scritto fin dalla fine degli anni ’50 lettere a vescovi e alla Curia Romana sottolineando la necessità di allontanare dal sacerdozio i preti che non praticavano la castità.
Le lettere inviate da Fitzgerald erano poi diventate parte della documentazione di un caso legale avvenuto nel New Mexico nel 2007. Secondo una lettera ottenuta da uno studio legale californiano che difende le vittime di abusi sessuali, il reverendo Fitzgerald aveva raccomandato a Paolo VI, che aveva chiesto un suo parere dopo una visita fatta da Fitzgerald in Vaticano nel 1963, di rimuovere i preti pedofili dal ministero attivo. Fitzgerald aveva pianificato di creare in un’isola dei Caraibi un centro di assistenza dove tenere isolati i preti che mostravano impulsi di predatori sessuali. In Kentucky, intanto, è stata intentata una causa contro il Vaticano da tre presunte vittime di abusi sessuali. È stato chiesto che Benedetto XVI si rechi in tribunale per deporre. Lo ha reso noto ieri l’edizione online del giornale Boston Globe, citando il contenuto di alcuni documenti legali al processo. Secondo il quotidiano americano, gli avvocati d’Oltretevere, «per evitare che il Papa sia coinvolto nel processo o che documenti segreti siano citati in giudizio», stanno preparando una difesa basata su tre punti chiave: «Il Pontefice, in quanto capo di Stato, gode dell’immunità diplomatica; i vescovi americani che supervisionarono preti colpevoli di abusi non erano impiegati della Santa Sede; il documento del 1962 - il Crimen sollicitationis - non è la “pistola fumante” che prova la copertura» vaticana sui casi di pedofilia.

Con questa difesa, quindi, la Santa Sede «sta provando a respingere il primo caso negli Stati Uniti che cerca di determinare se le vittime hanno dei diritti contro il Vaticano per aver presumibilmente mancato di avvisare la polizia o di rendere pubblici» episodi in cui sono coinvolti «preti cattolici che hanno compiuto abusi sui minori».

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