L’inquinamento ci fa morire 18 mesi prima

Di aria ci si può ammalare fino a morirne. Secondo l’ultima ricerca sull’inquinamento nella nostra regione, condotta dal centro ricerche Jrc di Ispra, i lombardi vivono un anno e mezzo in meno rispetto agli altri italiani. Non solo: vantiamo un altro triste primato, quello del maggior numero di ricoveri al giorno (almeno trenta) per disturbi legati all’apparato respiratorio, compresi gli attacchi di asma. La mortalità «anticipata» dei lombardi rispetto al resto degli italiani riguarderebbe un numero di persone compreso fra le 13.500 e le 27mila all’anno. Non sono più rassicuranti i risultati emersi dal convegno che si è svolto ieri alla Società Svizzera, «Inquinamento ambientale e influenza sulla salute», promosso dall’Istituto Mario Negri. Secondo il professor Bertazzi le morti a Milano attribuibili alle esposizioni tossiche sono fra 160 e 200 all’anno. E fra le persone più suscettibili alle particelle irritanti ci sono i bambini. I danni sui loro apparati respiratori, spiega un pediatra della Macedonio Melloni, «sono più consistenti di quelli negli adulti» e «negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente le infezioni respiratorie fra i bambini milanesi di età scolare».


Ma Franco Battaglia, docente di Chimica ambientale a Modena, critica i recenti studi sull’inquinamento e parla di «uso spregiudicato della statistica». Le medie matematiche «non traducono la realtà, di inquinamento non è mai morto nessuno. Duecento morti l’anno di smog a Milano? Aspetto i nomi e i cognomi».

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