Il fondo di ieri de Secolo dItalia non a caso evidenzia il «fondo» in cui versa certo personalismo giornalistico in mala fede. Evidentemente cè dellaltro, dietro lattacco polemico e gratuito nei miei confronti, indicato dalla stampa come un probabile candidato alla direzione del nuovo Secolo.
Ma entrando nel merito, osservo con profonda tristezza a proposito dellarticolo in prima pagina «Indovina chi dialoga con Marine Le Pen?», la reiterazione meccanica della malattia che tanto e da tanto affligge pensatori, operatori delle idee e dellinformazione di destra: «lorganicite», ossia lobbligo di essere organici, schierati e naturalmente sempre contro qualcuno, mai pro.
Levento in questione (lincontro pubblico con Marine Le Pen, martedì 15 marzo, con Mario Borghezio, Luciano Lucarini e il sottoscritto), è stato organizzato da una rivista (non un partito), Il Borghese, e da una casa editrice che si è sempre mossa sul terreno della cultura di destra e di centrodestra. Lintento è promuovere un dibattito culturale su argomenti scottanti, intorno allEuropa, lIslam, limmigrazione di massa, che sarà causata dalle rivoluzioni africane in atto. E lo spunto per una riflessione seria sulle possibili risposte e ricette politiche da parte degli Stati e della Ue. Io, come intellettuale e giornalista delle idee, ho sempre guardato con attenzione culturale e scientifica a ciò che si muove in Europa, tanto che ho scritto libri su Sarkozy, Cameron e Aznar. In quel caso ero di centro (quando ho portato a Roma Aznar), ero politicamente corretto?
Oggi, in questa fase storica, mi interessa confrontarmi sul piano delle idee (molte delle quali non condivido, come non condivido certe tesi di Borghezio) del nuovo corso del Fronte nazionale. Sul tema della «multiculturalità sbagliata» mi sembra, però, che sia il Santo padre, sia il conservatore Cameron, abbiano detto la loro in modo chiaro: «Conciliare la tradizione, le identità, le radici cristiane con la solidarietà; la multiculturalità è un fallimento».
Evidentemente al Secolo qualcuno non considera la libertà di pensiero come un bene comune. Diffidiamo, quindi, dei professionisti dell identità e dei professionisti dellamnesia.
*Direttore de La Destra delle Libertà
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